Novant’anni fa il regalo dell’Autolaghi «E oggi ci meritiamo la cura anti caos»

L’autostrada Milano-Varese ieri ha compiuto 90 anni.

Era, infatti, il 21 settembre 1924, quando alla presenza di , re d’Italia, con a fianco il quarantenne ingegner , milanese di nascita e varesino d’adozione, progettista e costruttore dell’opera, un corteo di auto percorreva per la prima volta l’autostrada Milano-Varese, inaugurando di fatto la prima autostrada a pedaggio del mondo. Al tempo Varese era, quindi, all’avanguardia. Ma oggi sono in molti a ritenere che non sia più così.

«Ormai da anni si discute e ci si lamenta del pesante traffico che si crea all’uscita dell’autostrada , quasi a ridosso del centro – commenta , ieri in piazza Repubblica per attendere la sfilata commemorativa di auto d’epoca, organizzata in occasione dei 90 anni dell’Autolaghi – Possibile che dal 1924 a oggi, nessuna amministrazione abbia trovato una soluzione a questo problema?».

Secondo , altro varesino in pole position, pronto a lustrarsi gli occhi con le roboanti macchine storiche, ritiene che la situazione sia paradossale.

«Novant’anni fa eravamo i primi – commenta – Oggi siamo rimasti fermi, in materia di mobilità, al lontano 1924». parla, invece, di «una città che risente in modo particolare di un’atavica mancanza di infrastrutture, che si traduce in congestionamenti continui del traffico».

L’accesso alla città resta uno dei nodi cruciali della mobilità che crea un caos quotidiano. Intanto, l’autostrada che sfocia direttamente in centro – seppure attraverso una bretella di quattro chilometri, ampliata solo per metà a doppia carreggiata , continua a farsi sentire come spina nel fianco per i varesini.

Per , consigliere comunale di Movimento Libero e assessore durante l’amministrazione Fumagalli, la prima giunta Fontana ha la responsabilità di aver rinunciato alla maxi rotatoria di largo Flaiano, con copertura parziale del sedime ferroviario, che avrebbe «minimizzato, a suo giudizio, le congestioni di traffico di tutta la zona Sud, ingresso dall’autostrada compreso».

«Il problema sta tutto lì, in largo Flaiano – dice – quel progetto risolverebbe in modo importante la situazione. Era già finanziato e l’amministrazione ha rinunciato, mettendolo in un cassetto, per poi portare avanti la Gasparotto-Borri che è una cosa assurda. Rinunciare al progetto è stato il più grande errore dell’amministrazione Fontana».

Anche secondo l’ex sindaco la rotatoria a tre corsie in questione avrebbe potuto essere una soluzione al problema: «Certo, non definitiva, ma avrebbe smaltito ampiamente il traffico. Chi mi ha succeduto ha voluto rinunciare a questo progetto, già in fase esecutiva perché mancava solo l’affidamento dei lavori, a favore della Gasparotto-Borri, molto più costosa dell’opera in largo Flaiano: in 12 anni non é ancora stato fatto nulla».

Nel 2005 il progetto della maxi rotatoria di largo Flaiano, circa due milioni di euro di intervento, è completamente finanziato: il Comune di Varese aveva ottenuto un finanziamento da Regione Lombardia di circa 900 mila euro, giustificato anche dal fatto che la realizzazione della maxi rotatoria avrebbero migliorato non solo la viabilità e l’accesso a Varese dal punto di vista estetico, ma anche dal punto di vista della sicurezza stradale.

Il resto dei soldi necessari erano già stati inseriti nei capitoli di bilancio di Palazzo Estense.

Anche la fase esecutiva del progetto era già stata predisposta. «La gestione del cantiere era già stata divisa a fasi – continua Nicoletti – Prima si sarebbe proceduto con la copertura del sedime ferroviario, senza dare fastidio al traffico, poi con la realizzazione della rotatoria. Avevamo presentato a Regione Lombardia una serie di studi sui flussi del traffico molto dettagliati che dimostravano come la viabilità sarebbe nettamente migliorata con la realizzazione di quest’opera».

Ma con il passaggio alla prima giunta Fontana il progetto ha subito una battuta d’arresto.

«Ad un certo punto nel 2006 l’amministrazione comunale propone il progetto relativo all’unificazione delle stazioni, grande illusione di cui non c’è più traccia se non all’interno degli strumenti di valutazione, l’opera di largo Flaiano viene abbandonata e i finanziamenti ottenuti da Regione Lombardia per la realizzazione della maxi rotatoria vengono restituiti. Scandalo».

Nicoletti ritiene che l’opera sia ancora necessaria. «Il progetto resta valido, oggi ancor più di ieri».

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