Nuova autostrada tra Varese e Berlino L’abbiamo coltivata negli orti di Bizzozero

Ieri la visita di Till Deininger e Laura Gasparella, della delegazione tedesca a Expo, in città. Filo conduttore, un’esperienza che unisce la capitale della Germania e il capoluogo: l’orto sociale

– «Che meraviglia». Questa è stata l’esclamazione più ricorrente di e , rispettivamente ufficio stampa e addetta alle relazioni con l’esterno del padiglione Expo della Germania ribattezzato “Fields of Ideas”, letteralmente: campi di idee.
Prendendo spunto dalla grande importanza che i tedeschi danno agli orti urbani, il nostro giornale ha deciso di invitarli a . A guidarli nella nostra realtà l’assessore al verde pubblico e l’agronomo .
Un incontro-confronto per vedere cosa la nostra città

può imparare dai tedeschi e cosa i tedeschi da noi. La visita ha coinvolto principalmente gli orti di via Santa Maria Maddalena a , dove ci sono 80 appezzamenti affidati a due target: pensionati e disoccupati.
Differenti le tecniche di coltivazione: a
(città dove Laura ha vissuto per tre anni) e a (città di Till) gli orti vengono costruiti in aiuole simili, ma più alte, di quelle di piazza Monte Grappa. Questo perché all’interno dei confini della città non esiste una superficie libera di terra vera e propria, e bisogna crearla nelle «vasche».
Seconda differenza: tanto gli italiani tengono alla proprietà privata, quanto i tedeschi preferiscono l’orto unico, in cui darsi il cambio, senza fare la gara all’ortaggio più bello. «In gli orti non sono divisi in lotti singoli, tutti coltivano lo stesso terreno, dividendosi poi i prodotti» spiega Till, che è rimasto colpito dal fatto che addirittura i cassonetti per il compostaggio fossero strettamente personali.