Nuovi riflettori accesi su Paolo. Aspettando le indagini sul telefono

Fiammetta Masedu, mamma di Paolo Rindi: «Stiamo anche aspettando di sapere da dove avvengano gli accessi al suo profilo Facebook»

– «Siamo in ansia. Stiamo aspettando di ricevere notizie dalla Procura riguardo alle celle agganciate dal cellulare di Paolo. E stiamo anche aspettando di sapere da dove avvengano gli accessi al suo profilo Facebook: per questo tipo di indagini internazionali servono alcune autorizzazioni che devono arrivare dall’estero, per cui ci vorrà più tempo». A fare il punto della situazione è , mamma di , il diciannovenne che è partito per un trekking in Val Grande il 29 gennaio e di cui si sono perse le tracce.

La signora ieri mattina è stata dal magistrato, che ha confermato che le indagini sono in corso. Cresce dunque l’attesa per gli esiti, fondamentali per provare a dare una svolta a questo caso. Nel frattempo, la famiglia vuole fare tutto il possibile per trovare il figlio. «Temiamo in una fuga non volontaria, in uno stato di incoscienza – spiega la mamma – Fino a che non arrivano gli esiti delle indagini sulle celle sarà difficile ritracciare Paolo, ma dobbiamo continuare a far girare le sue foto e le sue generalità, in modo che chi lo dovesse incontrare possa segnalarlo subito alle forze dell’ordine».

Domani, mamma Fiammetta sarà su Rai1, alle 10.30, a “Storie Vere”. Il programma condotto da ha uno share molto alto e porterà le foto di Paolo nelle case di tantissimi Italiani. Quella stessa sera, poi, l’appello per trovare Paolo sarà trasmesso su Rai3, a “Chi l’ha visto?”, programma di inchieste seguitissimo che ha risolto numerosi casi di persone scomparse proprio grazie alle segnalazioni arrivate dai telespettatori.
Quando l’appello per trovare Paolo è stato trasmesso dal telegiornale (Rai e Mediaset) sono arrivate alla famiglia,

attraverso il gruppo Facebook “Dove è Paolo Rindi?”, molte notizie di avvistamento, di cui una molto attendibile da Roseto degli Abruzzi. Ieri, invece, è arrivata un’unica segnalazione, ma le verifiche hanno dato esito negativo; non si trattava di Paolo.
Non si può neppure escludere che lo studente di filosofia si trovi ancora in Val Grande. Un gruppo di escursionisti volontari riprenderà le ricerche per trovarlo lassù, nell’ultimo posto dove è stato sicuramente. Paolo non aveva soldi con sé, ma si è portato via un documento di identità.
Ricordiamo le sue generalità: corporatura esile, occhi e capelli castani. Al momento della scomparsa vestiva una giacca mimetica dell’esercito italiano, un maglione di marca Patagonia colorato, scarpe da trekking di colore grigio e verdi, pantaloni mimetici, zaino verde da 80 litri, e cappellino di lana verde ampio, tipo rasta.