Ora i profughi chiedono la residenza

Uno degli ospiti di via dei Mille si è presentato all’ufficio anagrafe di Palazzo Gilardoni con la richiesta. Ed è subito polemica politica. Porfidio: «Avanti di questo passo l’invasione sarà completa, si intervenga»

– E se i profughi dovessero chiedere la residenza a Busto Arsizio? Il caso è sul tavolo della Prefettura. L’assessore ai servizi sociali : «Attendiamo indicazioni su come comportarci».

Il “caso” è emerso nei giorni scorsi, alla vigilia della convocazione di martedì in Prefettura per i rappresentanti degli enti locali e i gestori delle strutture di accoglienza dei richiedenti asilo, quando all’ufficio anagrafe di Palazzo Gilardoni si è presentato uno degli ospiti di via dei Mille per chiedere di poter ottenere la residenza a Busto Arsizio. Immediatamente l’assessore ai servizi sociali Mario Cislaghi ha “girato” il quesito dei responsabili dell’ufficio al Prefetto . Il quale,

nel corso dell’incontro di martedì, ha promesso che approfondirà il tema dal punto di vista giuridico e normativo prima di dare una risposta alle amministrazioni locali interessate.
«Per ora si tratta di un caso isolato, è una sola persona ad essersi presentata in Comune per fare richiesta di residenza – spiega l’assessore Cislaghi – ora stiamo aspettando di capire come comportarci, visto che il Prefetto ci ha assicurato che ci darà una risposta a breve». Ma se la risposta dovesse essere positiva, visto che in alcune realtà la residenza viene già concessa, il problema potrebbe ingigantirsi, visto che a Busto Arsizio nella struttura di via dei Mille gravita la fetta più consistente dei profughi presenti in provincia di Varese: «Non sarà l’unico caso – ammette Cislaghi – i tempi per ottenere lo status di rifugiato politico sono lunghi, all’incirca tra i sei mesi e un anno, ma anche chi non dovesse ottenere questo status, potrebbe comunque richiedere un permesso di soggiorno di un anno per motivi umanitari».

Formalmente gli ospiti di via dei Mille risultano essere “richiedenti asilo sotto protezione internazionale”: secondo le linee guida dello Sprar, struttura del ministero degli interni, «anche i richiedenti asilo, titolari di un permesso di soggiorno, hanno diritto all’iscrizione anagrafica». Sarebbe paradossale anche perché i residenti della palazzina dell’ex Cral dell’Enel di via dei Mille nel frattempo stanno facendo le valige. L’unica famiglia proprietaria di un appartamento ha già lasciato la propria abitazione per spostarsi in affitto, sempre a Busto Arsizio, esasperata dalla convivenza con un numero eccessivo, seppur educato, di inaspettati vicini di casa.
L’altra, che vive in affitto in un altro appartamento della palazzina, è in partenza in primavera, in previsione di un cambio di residenza. «A quel punto, se il Comune concederà anche la residenza a queste persone, l’invasione sarà completata – fa notare polemicamente , leader del movimento civico La Voce della Città, da tempo critico sulla presenza dei profughi in via dei Mille – a quel punto ce li avremo sul groppone, in una città che fa fatica a garantire i servizi essenziali ai propri cittadini. Ecco perché ci chiediamo come sia possibile che sia stato messo in piedi un centro di accoglienza in una palazzina a destinazione residenziale, senza che nessuno in Comune muovesse un dito».