Pedemontana? Un salasso E pure difficile da pagare

Il pedaggio sulle tratte scatena la rivolta. Licata: «Escludiamo almeno i residenti». Passare da Varese costerà 70 centesimi e 2,20 euro da Cassano. Senza caselli si farà come l’Area C

– Quel pedaggio non s’ha da pagare. L’introduzione del pagamento sulle due tratte di Pedemontana finora aperte, ovvero la Tangenziale di Varese e quella da Cassano Magnago a Lentate sul Seveso, non piace né ai cittadini né tantomeno agli amministratori della provincia di Varese.
Eppure, dal primo novembre la società ha annunciato che verrà introdotto il pedaggio. Chi utilizza la tangenziale attorno al capoluogo dovrà sborsare 70 centesimi. Più caro utilizzare la tratta da Cassano Magnago, dove il pedaggio sarà addirittura di 2,20 euro. Le preoccupazione degli amministratori è essenzialmente una: quella che le nuove strade, che iniziavano lentamente ad entrare nelle abitudini degli automobilisti, vengano di colpo abbandonate, con un ritorno del traffico sulle vecchie provinciali e statali.

Non si tratta di una novità assoluta, perché lo stesso Roberto Maroni aveva più volte garantito l’esenzione solamente per il periodo di Expo. Da novembre, dunque, i conducenti saranno costretti a pagare 70 centesimi per la tangenziale di Varese e 2,20 euro per il tratto da Cassano Magnago a Lentate sul Seveso, paese che verrà integrato nella strada sin qui limitata a Lomazzo nei prossimi mesi.
Non saranno però i tradizionali caselli delle autostrade a caratterizzare i due tratti varesini di Pedemontana: si utilizzerà infatti un sistema free-flow, come quello attualmente usato per l’area C milanese. Questa soluzione si attua generalmente attraverso tre modalità: il posizionamento di un’apposita apparecchiatura, collegata al conto corrente, nell’abitacolo; l’invio all’indirizzo di residenza del conducente della fattura; il pagamento volontario via internet o sms. Resta da vedere quale di questi modelli verrà utilizzato da Pedemontana.

E il giudizio è negativo. «Non posso certo essere contento di questa soluzione – commenta il presidente della Provincia di Varese – è una brutta notizia per chi usufruisce del nuovo collegamento, nato con lo scopo di risolvere le problematiche del traffico nei nostri paesi. Non vorrei che con l’annuncio del pedaggio tornino a crearsi i vecchi ingorghi nel tratto Gazzada-Lozza. Mentre per quanto riguarda il tratto Cassano-Mozzate non posso non sottolineare come il già

utilizzo moderato rischi di trasformarsi in un appesantimento del traffico nelle altre strade. Auspico una mediazione da parte di Regione Lombardia, in modo che si possa ulteriormente rinviare l’inizio della tariffazione. Come Provincia purtroppo non abbiamo competenze dirette. Ma mi prenderò l’impegno di portare avanti le istanze dei cittadini».
E dopo che per anni i paesi vicini ai cantieri hanno sopportato i disagi della realizzazione dell’opera, ora rischiano di subire la beffa di vedere annullati i benefici. «Credo sia un errore far partire la tariffazione – dice il sindaco di Lozza – innanzitutto perché la strada non ti collega alla Svizzera, come era stato inizialmente progettato. Per quanto riguarda invece i problemi dei miei concittadini, rischiamo di subire la beffa di vedere tornare il traffico di prima, dopo aver subìto per anni i disagi del cantiere. Aspettiamo di vedere cosa succederà. In ogni caso, mi riservo la possibilità di chiedere l’esenzione del pedaggio per i residenti a Lozza».