Penalisti in sciopero contro il tribunale

«In queste condizioni non possiamo più lavorare. La situazione crea un concreto impedimento ad un adeguato esercizio del diritto di difesa e di ogni facoltà prevista dalla legge nell’ambito dell’esercizio difensivo».

E la camera penale di Varese intitolata Giuseppe Lozito e Lucio Paliaga, prende una posizione storica e ampiamente condivisa dai colleghi del foro varesino proclamando la stato di agitazione: quattro giorni di sciopero già calendarizzati dal 14 al 17 ottobre.

Le ragioni della decisione sono contenute in una dettagliata deliberata arrivata al termine di una riunione straordinaria del direttivo della Camera Penale presieduto da Patrizia Esposito: «Le ragioni sono molteplici – spiega Esposito stessa – e sono state più volte segnalate senza che la situazione mutasse. Abbia deciso di dare un segnale forte. In queste condizioni non possiamo lavorare e chi ne fa le spese sono i cittadini. I primi e principali utenti del sistema giustizia».

La delibera affronta in primo luogo le problematiche legate all’ufficio del giudice di pace. «La mancanza di una oggettiva visione del programma di udienza comporta un inevitabile ingolfamento con tempi d’attesa lunghissimi per gli avvocati, e le parti», si legge nella delibera.

Non solo: all’ufficio del giudice di pace è legato anche un problema di sicurezza. «La collocazione logistica è assolutamente precaria, inadatta e connotata da un alto rischio per la sicurezza di tutti coloro che vi partecipano», sottolineano i penalisti varesini rimarcando come la sede distaccata dell’ufficio (che affronta la maggior parte dei casi comuni di contenzioso quindi quelli che coinvolgono il maggior numero di cittadini) comporti parecchie difficoltà “logistiche”. «Abbiamo già chiesto lo spostamento dell’ufficio in seno al tribunale individuando anche uno spazio – aggiunge Esposito – Non abbiamo ancora ricevuto risposte».

E ancora, la Camera Penale torna sul tema della chiusura forzata di cancellerie e segreterie. «È evidente come gli uffici che interessano il settore penale soffrano di una preoccupante carenza e siano sguarniti anche del numero minimo di addetti necessario a soddisfare le esigenze che il servizio giustizia richiede».

E ancora: «Purtroppo come sempre accade tale situazione ricade sui difensori e sui cittadini che hanno visto e vedono la riduzione degli orari di apertura delle cancellerie contraria alle norme vigenti in materia e non più tollerabile», si legge nella delibera che si rivolge anche alla procura segnalando con forza la difficoltà di colloquio con alcuni sostituti procuratori.

Non c’è nella presa di posizione dei penalisti vena polemica: «Vogliamo essere ascoltati per migliorare il nostro lavoro e il servizio offerto ai cittadini», conclude Esposito.

Il presidente del tribunale Vito Piglionica ieri ha brevemente commentato la presa di posizione della Camera Penale: «Rilievi condivisibili, ma difficilmente risolvibili. Tutto è collegato alla carenza di organico di magistrati e personale amministrativo».

Varese

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