Da ratti a incompetenti Il Ticino ce l’ha con noi

«Sono molto contento che loro diano precedenza al trattamento alberghiero anziché a quello sanitario. Vadano pure avanti a rimanere trent’anni indietro rispetto alla sanità lombarda: problema loro».

Parole dure, quelle del presidente della commissione Sanità della Regione Lombardia, (Lega Nord), che risponde all’ennesimo slogan anti-italiano promosso dal fronte del “No” alla cassa unica del Canton Ticino.

Cerchiamo di chiarire il contesto: il 28 settembre gli svizzeri saranno chiamati a esprimersi sull’introduzione di una cassa malati pubblica che sostituisca l’attuale miriade di casse malati in guerra per rubarsi la clientela.

Così, i partiti del sì e del no sono scesi in campo. E c’è chi non ha avuto remore nel far leva sull’ormai non più nuova cantilena anti-italiana.

«No a una sanità all’italiana!», cita il nuovo slogan, tradottosi in pubblicità comparse sugli organi di informazione e sulla Rete. Verrebbe da dire che il lupo perde il pelo ma non il vizio. E cosí, dopo essere stati chiamati ratti, ora ecco le pulci alla nostra sanità. Ma Rizzi non ci sta. «Il mio non é protezionismo lombardo, ma che la sanità lombarda sia anni luce avanti rispetto a quella del Canton Ticino, al punto da competere e confrontarsi con la sanità internazionale, è un dato di fatto. Personalmente se dovessi scegliere se farmi curare all’ospedale civico di Lugano o a quello di Reggio Calabria, malgrado tutto, sceglierei quello di Reggio Calabria».

Il presidente lombardo della commissione Sanità opera in questo settore come professionista da oltre quindici anni e ha, negli anni, anche esercitato la professione di medico in Canton Ticino. «Se loro sono tanto sciocchi da valutare la qualità della sanità in base al quantitativo di marmi nelle reception delle loro cliniche, piuttosto che dal valore delle piastrelle utilizzate, dimenticando di essere a livello di qualità sanitaria fermi gli anni ’70 e ’80, allora abbiamo priorità differenti in questa materia».

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