«Primarie a Varese? Niente rodeo»

Alfieri, segretario regionale del Pd: «Non serve vincere quelle se poi non si vince e non si governa. È l’unica città che non abbiamo mai guidato: servono progetto credibile, candidato forte e radicato»

«A Varese non possiamo sbagliare un colpo. Servono un progetto credibile e un candidato forte. Le primarie? Sono un mezzo, non un fine». Sulla lunga marcia verso le amministrative 2016 per Palazzo Estense, interviene
(nella foto Varese Press, insieme a Daniele Marantelli e il ministro Graziano Delrio), segretario regionale del Pd, partito che sabato ad Expo ha celebrato un’assemblea nazionale, alla presenza del leader e premier.

Uno dei temi del giorno, soprattutto sul fronte della sfida elettorale di Milano, sono. Su cui Alessandro Alfieri ha usato parole molte chiare: «Tra il non fare le primarie e farle come sono state fatte in alcune regioni o farle diventare primarie-rodeo ci sono delle mezze misure: primarie ben regolate dove si lavora per individuare progetti e candidature credibili per vincere». Considerazioni che hanno provocato qualche mugugno, se è vero che , assessore milanese, ha fatto sapere che «Alfieri è di Varese, non di Milano».
Eppure, ci conferma ieri dopo l’assemblea il varesino Alfieri, «quanto detto a proposito delle primarie per il sindaco di Milano vale esattamente per Varese». Anzi, forse a maggior ragione a Varese, dove «la sfida per il Pd è importante, visto che parliamo di una città che non abbiamo mai governato e che oggi è l’unico capoluogo di provincia in cui non c’è un sindaco di centrosinistra».