Provincia, in 260 sono di troppo Non si sa dove finiranno

Ieri presidio dei lavoratori a Villa Recalcati dopo la decisione definitiva di Roma. Futuro pieno di ombre: la Provincia avrà meno risorse economiche. E i servizi?

– Da Roma arriva la conferma: ci sono degli esuberi nel personale della Province e si procederà con la mobilità dei lavoratori in eccesso.
Per Villa Recalcati potrebbero essere coinvolti almeno 260 dipendenti.
La notizia nasce da un provvedimento – votato al Senato nella giornata di ieri – che andrà ad emendare (ovvero a modificare) l’articolo 156 della legge Finanziaria in approvazione fra una decina di giorni. E giunge proprio durante il presidio dei lavoratori organizzato dai sindacati davanti alla sede dell’istituzione provinciale, per protestare contro la situazione di incertezza che vede a rischio più di tremila persone nella sola Lombardia.

Il presidio di ieri negli uffici della provincia

Il presidio di ieri negli uffici della provincia

(Foto by Varese Press)

(Cgil) ha letto in anteprima, ai tanti dipendenti che si sono prima riuniti in assemblea e poi sono usciti per il presidio, il testo di legge.
Dal primo gennaio 2015 la dotazione organica delle Provincie subirà un taglio pari al 30%, percentuale che sale al 50% in riferimento alle Città Metropolitane. Non è finita: entro il 30 gennaio, ogni Provincia potrà definire un numero superiore di lavoratori da destinare ad altra funzione, aumentando così il numero complessivo degli esuberi.


Su questo punto Bonetto è stata chiara, trovando il consenso dei presenti: «Non dovrà essere una scelta calata dall’alto. Chiediamo di istituire un tavolo di discussione che coinvolga anche i sindacati dei lavoratori».
Per la fine di febbraio dovranno essere individuati i criteri in base alla quale verranno trovate le risorse per ricollocare il personale in eccesso.
Mentre il 30 marzo sarà il limite temporale per stilare definitivamente gli elenchi della dotazione definitiva in capo ad ogni ente e, di conseguenza, quelli di coloro che andranno in mobilità.

Il presidio di ieri negli uffici della provincia

Il presidio di ieri negli uffici della provincia

(Foto by Varese Press)

Silenzio assoluto – che va a confermare i motivi essenziali della protesta di ieri che si è svolta in contemporanea con quella di Roma davanti a Palazzo Madama – su altre questioni fondamentali: quali saranno le funzioni che rimarranno in capo alle Province e quali, invece, verranno trasferite alle Regioni (e quindi da quali settori di competenza verranno pescati gli esuberi)? Con che risorse, poi, gli enti riceventi i lavoratori trasferiti riusciranno a garantire i loro stipendi?
Problema delle risorse che si porrebbe anche in caso di un mantenimento delle funzioni simile a quello attuale, perché le riduzioni previste (30 e 50%) sono proporzionali a quelle del denaro pubblico che transiterà per Villa Recalcati e simili.
Un risparmio – calcolato nei giorni scorsi – che si aggirerebbe per la nostra istituzione in circa 12 milioni di euro. «Prendiamo ad esempio la Regione Lombardia – continua Raffaella Bonetto – Ora ha circa 2.500 dipendenti. Se gli esuberi dovessero confluire lì, il suo organico verrebbe più che raddoppiato».
Nei poco comprensibili tecnicismi legislativi, si percepisce come i “tagliati” potrebbero trovare posto anche nelle sedi periferiche del Ministero di Grazia e Giustizia oppure in Enac e Coni, ma davvero non c’è alcuna chiarezza su tale punto per il momento. Una delegazione dei manifestanti di ieri mattina è stata poi ricevuta dal prefetto i: «Si è trattato di un incontro informativo – confida la Bonetto – Zanzi si è detto disponibile a farsi tramite con il governo dei nostri dubbi e delle nostre paure».
Dubbi e paure che, durante la riunione che ha preceduto il presidio, sono sfociati in un’amara constatazione: «Stanno cadendo le ultime barricate: se non si troveranno le risorse da una parte o dall’altra, la riforma delle Province farà cadere un mito e diventerà un modo per licenziare anche nel pubblico impiego».