Punto nascita di Angera, ecco la soluzione. Il ministro approva il piano

L’assessore Gallera ha presentato un progetto per salvare l’ospedale, la Lorenzin l’ha giudicato interessante

Punto nascita di Angera, c’è la soluzione: ora manca solo l’ultimo sì del Comitato Percorsi Nascite. L’assessore regionale Giulio Gallera presenta al Ministero della salute «un progetto innovativo» per superare il limite dei 500 parti all’anno, garantendo la sicurezza dei reparti di maternità con un sistema di rete. Un piano giudicato «interessante» dallo staff del ministro Beatrice Lorenzin. La risposta? «In tempi brevi».

Un altro passo avanti nella battaglia per la riapertura del punto nascita dell’ospedale “Ondoli” di Angera, chiuso dall’Asst Valle Olona dal 5 dicembre scorso. Nell’incontro al ministero della salute, l’assessore al welfare Giulio Gallera e il direttore generale del settore di Regione Lombardia Giovanni Daverio hanno consegnato ai rappresentanti del Ministero il piano per “salvare” i punti nascita, tra cui Angera, che non avevano ottenuto la deroga a causa del volume di attività inferiore ai 500 parti all’anno.

«Abbiamo presentato un articolato progetto innovativo nell’ambito dell’applicazione della nostra legge di evoluzione del sistema sanitario regionale, che tende a superare il numero 500 come unico elemento in grado di garantire il livello di sicurezza e qualità di un Punto nascita – spiega l’assessore Giulio Gallera al termine dell’incontro di ieri pomeriggio a Roma al Ministero della Salute – la forte presa in carico e il collegamento tra ospedale e territorio, che stanno alla base della riforma, infatti, ben si coniugano con il ciclo assistenziale territorio-ospedale-territorio che caratterizza il ciclo, a partire dalla gravidanza, fino all’inizio dell’assistenza al neonato».

L’idea è quella di sfruttare la rete dei presidi all’interno delle Asst per aggirare l’ostacolo normativo, e scientifico, del limite minimo di 500 parti. «Una delle ipotesi inserite nel progetto, ad esempio – prosegue l’assessore – è quella di sfruttare l’organizzazione delle nostre Asst, formate da più presidi, creando un’unica equipe di assistenza per le sale parto, dove siano presenti Punti nascita con meno di 500 parti all’anno, che ruoti tra i diversi presidi che fanno parte della stessa Azienda e che condivida i protocolli e l’esperienza clinica, in modo da garantire la stessa sicurezza e qualità offerta nei Punti nascita con più di 500 parti. Una particolare attenzione sarà poi rivolta alla formazione sui temi specifici del rischio di sala parto, prevedendo una rete di formatori per ogni presidio».

Ora manca solo il via libera del Comitato Percorsi Nascita nazionale, che è l’organo della conferenza Stato-Regioni deputato a concedere le deroghe: «Il Ministero ha giudicato interessante il progetto sperimentale – fa sapere Gallera – ora verrà sottoposto al Comitato Percorsi nascita per il parere. Un iter che, ci hanno assicurato, si concluderà in tempi rapidi». Insomma, da Roma manca solo l’ultimo sì per poter concretizzare la riapertura del punto nascita di Angera. Infatti il consigliere regionale della Lega Nord Emanuele Monti parla di «un

altro passo avanti». Intanto sul territorio una ventina tra sindaci e amministratori del territorio, da Laveno a Somma Lombardo, da Sesto Calende a Comabbio, escono allo scoperto con un documento in difesa dell’ospedale di Angera, e chiedono un incontro urgente con il presidente Maroni, l’assessore Gallera e i direttori generali delle Asst e dell’Ats, per un confronto diretto sulla situazione dell’Ondoli, allo scopo di ottenere «chiare informazioni sulla progettualità e la reale operatività di esso».

Nel documento si chiede di «non depotenziare» la struttura di Angera, ritenendo «cruciali» in particolare il mantenimento del pronto soccorso, del punto nascita, della pediatria e dell’attuale configurazione di ospedale per acuti, ma anche il reclutamento del personale e l’implementazione dell’attività specialistica e di diagnostica.