«Quel vuoto urbano ci fa male Basta, non siamo un comunello»

«Varese deve essere rilanciata. Ma ci riuscirà se gli amministratori inizieranno a fare progetti più lungimiranti».

Grande successo di pubblico per la presentazione, martedì, del Comitato Varese 2020, alla Bagatella di via Speroni.

Il comitato, fondato da Natalino Bianchi e Andrea Minidio ha attirato un grande numero di cittadini, che hanno riempito la sala del locale del centro. «Il nostro obiettivo è capire il ruolo che il cittadino può avere per partecipare in maniera più attiva e lo spazio che gli può essere dato nella decisioni sulla propria città» ha spiegato Bianchi. Mentre Minidio ha introdotto l’argomento della serata, il problema del “non luogo” di piazza Repubblica.

«Un luogo poco amato e poco vissuto – ha detto – è un dato di fatto che si tratta di un problema non affrontato. È un non luogo, l’abbiamo definita con una citazione. Cerchiamo di renderla un luogo».

La serata ha avuto una prima parte introduttiva con tre relatori: il docente di architettura dell’Accademia di Mendrisio Andrea Ciotti, il consigliere comunale Andrea Civati

Il ragionamento sulla “chiusura” di Varese è stato ripreso dall’architetto Ovidio Cazzola in un intervento alla fine delle relazioni: «La città di Varese non è il comunello che rimane chiuso nel suo perimetro, o si dà una vocazione prealpina, così da raccogliere un intero territorio, prima culturale, o non va da nessuna parte».

Civati ha criticato la tendenza della giunta «a vedere ogni intervento in piazza Repubblica solo in funzione del teatro, quando invece è la piazza in sé che va rivista. L’intera area prealpina deve pensare al suo futuro, i puntando tutto sulla sua bellezza». E De Simone ha ribadito come «oggi qualunque intervento deve essere pensato in funzione di sostenibilità sociale ed economica».

Presenti anche il responsabile provinciale di Legambiente Alberto Minazzi, gli esponenti Pd Mauro Sarzi Amadì, Stefano Catone e Angelo Zappolie il consigliere Emilio Corbetta.

In sala anche il direttore del Teatro di Varese Filippo De Sanctis, che ha portato il discorso dalla piazza i all’importanza di lavorare nell’ottica di un vero teatro.

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