«Questi 23 anni hanno fatto male alla città. No, una mano di bianco non li cancellerà»

Sfida del candidato di centrosinistra Galimberti a Lega e Fi. Ma senza citare il nome dell’avversario. «Confronto entro dieci giorni su Varese: decida lui come e quando. La lista civica? A trazione varesina»

apre la campagna elettorale lanciando pubblicamente la sfida al centrodestra e a , senza peraltro mai citarlo: «Varese è stata governata male e alla città non basta la sostituzione di con un altro nome per migliorare una gestione fallimentare da 23 anni. Non serve solo una mano di bianco… Per questo io lancio subito la sfida al mio principale competitore, quello che sarà sostenuto dalla Lega e da Forza Italia, sempre che venga confermato, considerando i numerosissimi cambi di potenziali candidati, effettuati finora dal centro destra».
«Nel più breve tempo possibile, è necessario confrontarsi direttamente sulle tematiche della città: sia il mio interlocutore a stabilire le regole, il luogo e la data dell’incontro ma questo deve avvenire entro dieci giorni al massimo perché la campagna elettorale incomincia adesso e la città vuole conoscere le idee di chi si candida ad amministrarla».

Galimberti è convinto di vincere: «La mia coalizione comprende il Partito Democratico, la lista Varese 2.0 di , quella di e quella del sindaco, che avrà la mia impronta e sarà ispirata anche dall’idea di varesinità. Abbiamo un’impostazione fortemente aperta al civismo e sono certo che sarà il centro sinistra a governare perché è quello che vogliono i cittadini».
La sicurezza di Galimberti poggia sul sondaggio commissionato dal Pd a Swg, società di Trieste certificata,

i cui dati sono sovrapponibili, secondo quanto sostiene il candidato del centrosinistra, a quelli raccolti direttamente da lui, girando per i quartieri di Varese: «Dopo la vittoria alle primarie di dicembre non mi sono fermato e continuo a incontrare persone che mi invitano a visitare le loro aziende, botteghe e case. Tutti pretendono risposte e la nostra campagna elettorale porterà i candidati delle liste di coalizione tra la gente. Stando ad ascoltare i cittadini si percepisce un desiderio di rinnovamento della classe politica e amministrativa di Varese perché è diffusa, in tutte le fasce della popolazione, la sensazione che la città è ferma da oltre dieci anni».
Il sondaggio conferma le impressioni raccolte da Galimberti: «Il 60 per cento dei cittadini intervistati considera l’operato dell’attuale amministrazione poco efficace o per nulla efficace. Se si passa poi ad Attilio Fontana appare che per il 54 per cento il sindaco ha operato male. Ma il dato più eclatante è la percezione che i cittadini hanno dell’economia varesina: l’85 per cento ritiene che la città non sia cresciuta».
«Queste non sono sensazioni mie e dei miei sostenitori ma risultati di un sondaggio che è stato condotto su un campione significativo di popolazione. Il dato riguardante l’economia trova riscontro anche in uno studio del Sole 24 Ore ed è dunque urgente un cambio di rotta, che archivi al più presto il ventennio leghista. Fra l’altro anche la percezione sulla qualità della vita è significativa: per l’87 per cento degli intervistati non è migliorata. La città è ferma, immobile e non è cresciuta, a differenza dei comuni vicini, dove la situazione è diversa».

Per Galimberti è grave soprattutto che Varese si sia allontanata da Milano: «Abbiamo perso il traino con Expo, manifestazione al centro dello scenario internazionale in cui però Varese è stata completamente assente».
«All’indomani delle vittoria alle primarie del Pd di , che correrà per Palazzo Marino, ho chiesto di aprire un tavolo di confronto con lui perché le dinamiche di Varese sono strettamente connesse con quelle di Milano. Oggi più che mai un sistema avanzato deve fare in modo che i territori si parlino. Gli anni di leghismo sono stati drammatici anche per la chiusura con le realtà vicine e l’impoverimento della città nasce anche da questo».

«Sono due gli elementi che ci impongono di dialogare con Milano: le attività produttive – la riqualificazione del sito di Expo rappresenta un’opportunità anche per Varese – e i collegamenti, con una attenta riflessione sul sistema dei trasporti. Fra l’altro, quando finalmente sarà aperta l’Arcisate-Stabio, la nostra città non sarà più solo un punto di arrivo ma un punto di transito, sotto tutti i punti di vista, compreso quello culturale». La ricetta di Galimberti si riassume nella formula «Fare sistema» e racchiude più aspetti: «Dialogherò con tutti i settori del sociale, dal sanitario al volontariato, e faremo sedere al tavolo tutti i soggetti che sono in grado di incidere sulle questioni che interessano l’amministrazione. Il turismo diventerà un’industria per rilanciare Varese e punteremo a valorizzare il Sacro Monte e il lago».

«Non guardo solo alla prospettiva della città fra vent’anni ma punto alla massima concretezza con risposte nel brevissimo termine. Il degrado è una delle prime fonti legate all’insicurezza, per cui riqualificare le aree abbandonate è una priorità ma bisogna anche mandare la polizia locale nei quartieri per garantire la sicurezza dei cittadini». Galimberti accenna quindi alla questione della caserma Garibaldi: «Il Comune l’ha acquistata nel 2007 e l’ha tenuta lì otto anni, senza sapere cosa farsene. È un esempio di spreco e sperpero di denaro pubblico, dell’incapacità amministrativa di questa classe dirigente. Lo dicevo prima: non basta una mano di bianco ma serve un cambio di rotta radicale per ridare smalto a Varese». Galimberti viene dunque al tema centrale: «È il rilancio e lo sviluppo della città, declinato nella ripresa economica e nella necessità di riportare a Varese lavoro e attività produttiva. All’indomani della mia vittoria alle comunali di giugno, presenterò subito una unità di missione con il compito di attrarre imprese sul territorio varesino. Coinvolgeremo le due università più vicine, Insubria e Liuc, con cui l’attuale amministrazione comunale non ha mai dialogato, dimostrando miopia».

Il tutto all’insegna del civismo: «Di questo concetto se ne sta parlando tanto ma è nella mia coalizione che c’è il civico per eccellenza: Daniele Zanzi. Esce da una vicenda giudiziaria assolutamente inqualificabile».
«È inaccettabile che una amministrazione abbia delegato dei suoi funzionari a costruire l’esposto contro Zanzi che poi ha avuto l’esito che tutti conosciamo (il leader di Varese 2.0, dopo essere stato accusato di abuso d’ufficio, ha subito un processo per rito abbreviato ed è stato assolto perché il fatto non sussiste, ndr)».
«Del resto se una parte dei dipendenti comunali viene impiegata per redigere esposti o delibere di costituzione di parte civili che vengono poi dichiarati privi di fondamento dalla magistratura, anziché rilasciare velocemente i provvedimenti per rilanciare la città e soddisfare le legittime richieste dei cittadini, i risultati non possono che essere quelli illustrati dal sondaggio di Swg. Varese merita una maggioranza capace di amministrare».