Ragazzi a scuola di lavoro e futuro. Tutti pazzi per il web e i fornelli

Successo per il salone delle professioni dell’istituto Don Rimoldi: c’eravamo anche noi. Venti prof hanno raccontato il mestiere a 125 studenti. Sorpresa: piace fare l’educatore

– «Da grande lavorerò nel web, oppure farò il cuoco, o l’educatore». Sono concrete, contemporanee e di responsabilità le tre professioni a cui guardano con più interesse i 125 studenti di terza media del comprensivo Don Rimoldi.
Ragazzi che ieri hanno avuto l’opportunità di confrontarsi con più di venti professionisti e artigiani nel corso del “Salone delle professioni” allestito nelle scuole Righi e Mazzini di via Como.
«L’orientamento tradizionale spesso si limita a descrivere ai ragazzi i percorsi di studio attivati nelle diverse scuole superiori. Noi abbiamo voluto partire dal processo opposto: dare ai ragazzi l’opportunità di immaginarsi un domani e, in funzione di quello che vogliono diventare, scegliere un percorso scolastico piuttosto che un altro» spiega la dirigente .

Gli studenti di terza media hanno potuto scegliere tra un gran numero di professioni: dal fisioterapista, all’assistente sociale. Dall’architetto al giardiniere. Dalla ballerina al geologo all’hair stylist. Stando alle scelte fatte, la maggior parte dei giovani vede il proprio futuro professionale nel web, programmando siti internet e facendo web marketing.
Per parlare ai giovani di questo mondo, la scuola ha scelto anche due social media manager del quotidiano La Provincia di Varese: e .

E ha ascoltato dalla voce del nostro cosa significa portare il web in redazione.
«Secondo me l’interesse per il web è dovuto al fatto che i ragazzi di 12 e 13 anni sono nativi digitali – commenta Galassi – Per esempio: non ricordano quando è stata la prima volta che si sono collegati a Internet, mentre chi ha trent’anni ha ben presente i problemi incontrati per allacciare il cavo, prendere la linea, e i costi iniziali legati alla connessione». Sempre ai primi posti nei sogni dei giovani c’è la professione del cuoco (per raccontare il mestiere è intervenuto dell’Amalfitana).
Ma anche quella del parrucchiere, con della Compagnia della Bellezza. Con molta curiosità i ragazzi si sono confrontati anche con il magistrato Palma e con l’astronomo , che lavora all’istituto di radioastronomia di Bologna e che ha dovuto rispondere a domande relative ai telescopi e alla stazione del Cile «che è costata undici volte il giocatore di calcio Ronaldo».
Smartphone, Expo, programmi televisivi come MasterChef. Sono sicuramente numerosi gli stimoli che spingono i giovani a orientarsi verso una professione piuttosto che un’altra.

Inaspettato, invece, è stato l’entusiasmo manifestato dai ragazzi verso la professione di educatore. «Abbiamo dovuto raddoppiare gli interventi per consentire a tutti i gruppi di ascoltare gli educatori» afferma la preside, che ritiene che i giovani sentano «il bisogno di sentirsi utili agli altri».
«Anche io mi sono stupito nel vedere quanti ragazzi volessero parlare con me della mia professione, anche perché ci vediamo già tutti i giorni al doposcuola – dice , educatore della Fondazione Rainoldi – Penso che i ragazzi vedano negli educatori una figura vicina».
«A me capita, quando sono con i ragazzi, di sentirmi dire: “ma davvero ti pagano per stare qui con noi?”. Penso che i giovani considerino questo lavoro un divertimento» aggiunge , educatore di NaturArt. Non ultimo, «i giovani capiscono che gli educatori vogliono indicare loro la strada giusta da percorrere» dice Corradi.
«Mia mamma è una educatrice e voglio diventarlo anch’io» spiega Loredana, una studentessa. Come a dire che a quell’età, per scrivere il proprio futuro, è importante avere modelli ed esempi da seguire.