Risolto il giallo della Villa Ci abita un clochard malato

«Dormo negli spogliatoi di villa Mylius in attesa di essere ricoverato in ospedale». È davvero tragico il racconto che il clochard di Villa Mylius ha fatto alle Guardie Ecologiche l’altra notte. Perché la sua non è solo una storia di povertà, ma anche di emarginazione e solitudine.

Come preannunciato, nella notte tra mercoledì e giovedì, le Gev si sono introdotte nel parco apposta per verificare chi dormisse da un mese a questa parte negli spogliatoi vicino al campo da tennis. Ed è stato allora che si sono trovate di fronte un ragazzo marocchino che vive in Italia da dieci anni, ma sempre in soluzioni abitative precarie. Senza avere casa e lavoro.

Una volta il giovane – noto a chi si occupa di emarginazione a Varese – si accompagnava ad altri suoi connazionali, ma adesso è solo, non si sa se per qualche rivalità sorta con loro o per via della salute cagionevole.

Il clochard ha dimostrato, carte alla mano, di essere in attesa di un letto in ospedale. Sarà presto sottoposto a un intervento chirurgico. Non si tratta di un intervento delicato, ma di un’operazione di routine.

Ogni problema, però, quando non si ha un tetto sotto cui rifugiarsi e un amico con cui condividerlo, diventa più difficile di quello che è.

Come se non bastasse, il rifugio al parco ha le ore contate. Le Gev hanno spiegato al clochard che quando sarà dimesso dall’ospedale non troverà più «il letto» a Villa Mylius, perché lo spogliatoio sarà oggetto di un intervento di restauro. Di conseguenza, dovrà trovarsi un altro posto dove stare in convalescenza. Ma quale? Il giovane non ha idea di cosa fare e di dove andare.

Il marocchino ha raccontato anche come fa a introdursi a Villa Mylius. Non scavalca la cancellata e non sfrutta i buchi nella recinzione come ipotizzato, ma arriva al parco durante l’orario di apertura. Poi, quando il cancello viene chiuso, allora il marocchino si sposta verso la “sua” dependance.

Lì lo aspetta il suo materasso e la sua coperta. Prima di tutto questo, il ragazzo fa una tappa in via Luini per prendere il sacchetto con il cibo messo a disposizione dalle suore della riparazione. Al mattino, quando sorge il sole, il marocchino lascia lo spogliatoio e va incontro al giorno. Non è chiaro come il giovane faccia a mantenersi, né se abbia una famiglia in Marocco.

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