Segni di speranza da una Busto in crisi

Una Pasqua di speranza, con uno sguardo a chi è in difficoltà. «Ritorniamo alle radici e a condividere la fede nella comunità cristiana» è l’appello di fra Pasquale Ghezzi, parroco del Sacro Cuore, nel giorno in cui si celebra la Resurrezione.

Al Tempio Civico, la chiesetta di Sant’Anna di fronte al municipio che è diventata un ideale punto di incontro tra le istituzioni della città religiosa e della città laica, il suggestivo allestimento dedicato alla salita al Calvario, realizzato dall’associazione Amici del Tempio Civico in collaborazione con Enrico Mismirigo, richiama al raccoglimento pasquale.

Dalla spesa sospesa alle donazioni

Una scala rivestita di rami d’ulivo che conduce alla croce, alla cui base viene riportata una frase di Papa Francesco: «Nella sofferenza nessuno è mai solo».

Un messaggio di speranza, come se ne incrociano tanti in questa Pasqua che, pur perdurando una crisi che continua a far crescere i problemi sociali, è stata accompagnata dai tanti segnali dell’infinita generosità dei bustocchi.

Il pullulare di iniziative di solidarietà negli ultimi mesi è stato sorprendente: dalla “spesa sospesa” di Busto nel Cuore alle raccolte fondi di Comunità Famigliare; dalla beneficenza dei “bikers” di Kustom Road, che hanno istituito un fondo famiglia e lavoro, alla miriade di donazioni spontanee per le associazioni di volontariato o per i casi che emergono nella cronaca di tutti i giorni.

La speranza di fra Pasquale Ghezzi, parroco nel rione dei Frati, è che «le persone tornino ad avvicinarsi al Vangelo. Eravamo convinti che la situazione di crisi potesse aiutare a ritrovare la fede, qualche spiraglio c’è e non saremmo cristiani se non avessimo speranza».

Anche se un problema di disaffezione e di allontanamento dei fedeli dai santuari viene percepito: «Stiamo diminuendo nelle chiese, invece dobbiamo unirci, condividere la nostra fede e ritornare alle radici. La Pasqua è un momento particolare di passaggio e di transizione, l’augurio che facciamo è che possa riportare le persone a frequentare la comunità cristiana».

Una speranza concreta che pone Busto Arsizio all’avanguardia è anche quella rappresentata dall’esperienza di Stoà, il centro giovanile di via Gaeta che, da un’ispirazione legata al mondo parrocchiale, si è prefissato l’obiettivo di aprirsi “laicamente” all’universo giovanile a tutto tondo.

Così in vista di Expo 2015 Stoà lancia un’iniziativa che apre la città al mondo: «Mini pacchetti turistico-gastronomici da due-tre giorni, in collaborazione con Slow Food – ha spiegato Benedetta Candiani al workshop sulla competitività – Ospiteremo giovani dai 18 ai 30 anni in via Gaeta, come in un ostello, e li guideremo in visita alle chiese e alle cascine di Busto, ma anche alle bellezze artistiche del territorio, come Santa Caterina del Sasso».

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