«Serve più coraggio contro lo smog»

Daniele Zanzi, agronomo e già candidato alle primarie di centrosinistra a Varese, attacca le politiche anti Pm10: «Non basta la danza della pioggia». Le ricette? «Più bus elettrici, fotovoltaico e un ritorno agli alberi»

l’aveva detto: «Dopo le primarie del Pd mi concederò una pausa». Il leader di Varese 2.0, che alle consultazioni del centrosinistra ha ottenuto un onorevole risultato, raccogliendo oltre cinquecento voti, ha festeggiato il 2016 a Vienna, dove ha seguito, insieme alla moglie, il concerto di Capodanno, tenutosi, come sempre, nella sala d’oro del Musikverein: «Era un’occasione imperdibile, l’ideale per incominciare con il piede giusto l’anno nuovo». La partenza per l’Austria aveva però dato qualche pensiero a Zanzi: «Appena l’aereo è decollato da Malpensa, ho notato una cupola di foschia terrificante sopra Milano e sopra la pianura padana. Dall’alto era evidente la cappa di smog che rende la metropoli e il territorio circostante una camera a gas».

Le piogge degli ultimi giorni hanno però dato una mano ad abbassare l’inquinamento ma il problema resta e non è di poco conto, come ribadisce Zanzi. «L’Organizzazione mondiale della sanità non si stufa di ripetere che il cosiddetto Pm10, o materia particolata, cioè le polveri in piccole particelle, ha un forte impatto sulla salute delle persone. Allergie, intolleranze alimentari ma soprattutto problemi cardio vascolari e respiratori derivano dall’inquinamento, che causa tre milioni circa di morti all’anno. Il fatto allarmante è che non noto una strategia per tentare di risolvere la questione e invece di prendere in considerazione piani d’azione seri c’è chi addirittura si affida al meteo, sperando nell’arrivo delle piogge e del vento per abbassare i livelli di smog».

Zanzi è perentorio: «Dovremo avere il coraggio di fare come a Parigi che dal 2020 vieterà il diesel e il gasolio. Bisogna incentivare l’uso dei mezzi pubblici ma invece a Varese si pensa a un nuovo parcheggio sotterraneo in pieno centro città. Fino a qualche anno erano previste 32 corse degli autobus sulla tratta che dal centro va verso il Sacro Monte. Oggi sono dimezzate a 16 ed evidentemente ciò favorisce l’impiego delle auto. Certo anche i pullman inquinano e nella nostra città

non ce ne sono di elettrici». Ma questo non è, secondo Zanzi, il solo limite di Varese: «Non vedo un edificio pubblico che abbia un pannello fotovoltaico e solare. I combustibili fossili inquinano e bisognerebbe investire sulle energie rinnovabili. Queste sono ovvietà ma non sono sempre prese in considerazione, purtroppo». Le attuali misure sono, per Zanzi, palliativi neppure troppo efficaci. «Ci si limita ad applicare un’ordinanza regionale che vieta, dalla mattina alla sera, la circolazione in città di auto diesel dall’euro zero all’euro tre. Questi mezzi sono probabilmente già in parte estinti e vorrei capire se c’è un controllo effettivo. Mi piacerebbe che il capo della polizia municipale mi dicesse quanti trasgressori a questa ordinanza ha trovato e quante multe ha fatto».

Zanzi è un agronomo e si occupa di verde: «Gli alberi hanno una funzione mitigante rispetto all’inquinamento. Andrò in Cina, dove il problema è particolarmente sentito, per parlare di forestazione urbana e cioè proprio dell’influenza che gli alberi hanno sul disinquinamento in città. Uno studio americano ha dimostrato che, se su 600 mila chilometri quadrati di superficie urbana il 25 per cento è fatto di boschi, si ha una riduzione di 90 tonnellate di particolati di polveri sottili con conseguenti benefici sulla salute pubblica». Piantare alberi aiuta a risolvere i problemi: «Vi ricordate che, fino a qualche anno fa, c’erano ancora delle via alberate a Varese, come in via Medaglie d’Oro o in piazza Repubblica, ad esempio? Oggi a Varese ci sono solo tremila alberi lungo le strade mentre a Cologno Monzese ce ne sono trentamila». Il problema è complesso e richiede una strategia: «Ho parlato di alberi ma anche di energie rinnovabili e di mezzi pubblici. Il discorso è lungo e non va risolto con soluzioni estemporanee ma con un progetto serio». «Altrimenti ogni anno avremo un assessore all’ambiente che si troverà in mano la stessa Peppa Tencia e incrocerà le dita, applicando l’ordinanza regionale e facendo la danza della pioggia. Ma il problema dell’inquinamento non si risolve così».