Settant’anni d’amore made in Varese

Giuseppe e Cettina Scandaliato, 92 anni, sposi a Santa Maria del Monte il 29 settembre 1945. Una vita passata a coccolare i turisti del Borgo: «Offrivamo pizze e souvenir a qualunque ora»

– A vederli sembrano due giovanotti, eppure sono ben settanta gli anni di matrimonio che festeggiano quest’anno e . Giunti da Messina subito dopo la fine della Guerra, si sono sposati a Santa Maria del Monte il 29 settembre del 1945, davanti alla Madonna che, dice Cettina «ci ha fatto la grazia di restare insieme tutti questi anni, donandoci tanta pazienza; e ci vogliono tanto amore e comprensione per tenere unito un matrimonio».
I due sposi, novantaduenni con sei mesi di differenza, si lanciano uno sguardo e scoppiano a ridere: «Lei era monella!» ride Giuseppe; e lei: «Avevo un bel caratterino, ma lui me l’ha sistemato».

Un amore nato da ragazzi – Giuseppe e Cettina abitavano vicini a Messina, che non ha mai tremato di fronte alle vicissitudini della vita. «Giuseppe era proprio un bel ragazzo, faceva strage di cuori, ma io ero certa che sarebbe sempre tornato da me». Infatti appena finita la guerra, essendo di leva come radiotelegrafista, Giuseppe ottiene un “congedo illimitato provvisorio in attesa di essere avviato alle armi”, ed un lasciapassare “per il Continente”. Per mettere su casa al Nord,

dove una cognata abitava a Varese e lavorava per la Rinascente di Milano.
Un viaggio epico, Concetta è in dolce attesa: un treno fino a Roma, poi nel caos del dopoguerra i due fidanzati riescono a raggiungere Milano. In mancanza d’altro, partono di notte con un autocarro per il mercato ortofrutticolo varesino, situato dove ora c’è il Teatro Apollonio.
Giuseppe non dimenticherà mai il primo viaggio al Sacro Monte, a bordo del tramvetto bianco: quello è il posto dove vuole lavorare. Impiegato inizialmente come daziere all’ufficio imposte del Comune, nel ’53 viene a sapere dal gerente del Camponovo di una riunione al Sacro Monte, presenti il sindaco e funzionari, per discutere di funicolari e accordi da prendere con la SVIT Società Varesina Impresa Trasporti.
Giuseppe è presente quando i notabili prendono la decisione di sbancare la collinetta con il chiosco del Parco del Campo dei Fiori sulla sommità e creare l’ampio Piazzale delle Corriere.
È a quel punto che prefigura l’ intenso traffico di pellegrini e progetta di costruire un chiosco tutto suo. Tre anni dopo conquista la licenza per la vendita di souvenir: inizia un lavoro che non conosce soste né stagioni.

Giuseppe e Cettina lavorano fino a notte, per accogliere anche i pellegrini che arrivano coi pullman di sera. «Arrivavano pullman da ogni parte della Lombardia, c’era ancora tanta povertà, alcuni non avevano mai visto le pizze che i chioschi sul piazzale servivamo di routine. La Via Sacra era fitta di bancarelle, nel tratto dal Mosè al Santuario se ne contavano una dozzina».
Con i risparmi costruiscono una villa a Sant’Ambrogio, con il piano interrato che funge da deposito per gli scatoloni di rosari, medagliette, madonnine, crocifissi, sculture in legno, statuine dentro la palla di vetro con la neve.
«Lavoravamo talmente tanto che quella casa non l’abbiamo mai vista di giorno, ci alzavamo la mattina col buio e rientravamo sempre tardi» dice Giuseppe. Il passato è alle spalle: Cettina pensa al futuro, alla cerimonia del 29 settembre, e al bel vestito blu da cerimonia, «con i miei gioielli: i miei due figli e i tre nipoti».