Sì alla cannabis da tre deputati varesini

Rossi (Pd): «La proposta di legge Della Vedova-Giachetti è equilibrata ed europea: non criminalizza». Catalano (Sc): «Togliamo le redini alla mafia». Petraroli (M5S): «Legalizzare anche la prostituzione»

– Anche tre deputati varesini firmano per la cannabis libera: «Vogliamo togliere il monopolio alla criminalità organizzata». Un tridente molto ben assortito: un ex democristiano, del Pd, un grillino, , e un ex grillino, , oggi in Scelta Civica.
In comune hanno la firma apposta sulla proposta di legge trasversale, lanciata dal sottosegretario e senatore , ex radicale oggi in Scelta Civica, per la legalizzazione della cannabis, di cui è primo firmatario a Montecitorio l’onorevole del Pd.

Il testo punta a legalizzare la coltivazione e il possesso in minime quantità (cinque piantine e cinque grammi, fino a 15 grammi per il possesso domestico), togliendo quei lacciuoli burocratici ed economici all’accesso ai farmaci derivati dai cannabinoidi per i pazienti che ne hanno bisogno.
Inoltre introduce il monopolio di Stato per la produzione e la distribuzione, e prevede i “Cannabis Social Club”, associazioni con un massimo di 50 iscritti che possono coltivare la marijuana e ne fanno uso.

/>Hanno aderito tre dei nove deputati eletti in provincia di Varese: in linea con la media nazionale, visto che sono 220 i deputati firmatari su 630.
Ma perché sono a favore della proposta di legge Della Vedova-Giachetti? «Al di là delle enfatizzazioni, è una norma equilibrata ed europea, quasi doverosa visto che è in linea con la maggior parte dei Paesi civili», afferma Paolo Rossi, deputato cattolico del Pd, unico tra i quattro varesini ad esporsi su questo tema.

Si consente «un uso personale e terapeutico assolutamente moderato e controllato, con un provvedimento che non criminalizza chi non deve e non può essere criminalizzato: ci sono tante persone normali che ogni tanto si fumano una canna. Teniamo conto che è molto più pericoloso stravolgersi la sera con l’alcol, cosa peraltro già oggi lecita». Ecco perché Rossi auspica che ci sia «la concreta possibilità» di approvare la legge.
«Ce l’ha chiesto la Direzione nazionale antimafia nella sua relazione annuale – ricorda Ivan Catalano, deputato bustocco eletto con i Cinque Stelle, ora passato in Scelta Civica – invitando il parlamento a legalizzare la cannabis e la prostituzione per limitare la gestione illegale del settore da parte della criminalità organizzata, che ormai è totalmente fuori dal controllo delle autorità statali».
Catalano lega questa sua firma all’approvazione della coltivazione della cannabis per uso terapeutico: «È una logica conseguenza, per regolamentare l’uso personale più che liberalizzare lo “sballo”. La legge prevede controlli e tutele, oltre al mantenimento del monopolio da parte dello Stato. Non vedo impatti negativi dal punto di vista sociale. Anzi, il mercato legale potrebbe generare un indotto di attività, quindi posti di lavoro sottratti al mercato nero e alla criminalità».

Il deputato del Movimento Cinque Stelle Cosimo Petraroli va oltre e promette: «Quando saremo al governo, legalizzeremo sia la cannabis che la prostituzione. Fino ad oggi i governi hanno preferito lasciare questi due filoni nelle mani della criminalità, ma con gli introiti fiscali che lo Stato potrebbe generare, saremo in grado di finanziare il reddito di cittadinanza».
Anche per Petraroli l’adesione è legata essenzialmente al fatto che «solo con la legalizzazione dell’uso personale della cannabis lo Stato riuscirà a tarpare le ali alla criminalità, che oggi ha il monopolio del traffico. Purtroppo nel nostro Paese c’è sempre qualcuno che ci lucra e qualcuno a cui fa comodo tenere sotto controllo certi settori, come per il business dell’accoglienza ai profughi».