Spesa gratis alle famiglie bisognose Apre l’emporio (davvero) solidale

Il market, secondo nella diocesi, è sorto nei locali della parrocchia della Brunella. L’accesso è regolato da una tessera a punti ottenuta tramite i centri della Caritas

Apre l’Emporio della Solidarietà a Varese: spesa gratis le famiglie bisognose. Nei locali della parrocchia di sant’Antonio di Padova alla Brunella, si alza la “claire” di un iniziativa che mira a dare una risposta concreta all’emergenza povertà.

Al market – il secondo nella diocesi di Milano – si accede da via Marzorati 5, tramite tornelli e si “reperiscono”, con la tessera ottenuta tramite i centri di ascolto Caritas del decanato, generi di prima necessità “a misura di famiglia”. Nuclei che entreranno in un progetto mirato per superare la condizione di bisogno. Un’iniziativa che prende vita con Caritas Diocesana, parrocchia e Cooperativa Intrecci in prima linea e grazie all’impegno delle fondazioni Cattaneo-Babini, Ubi,

La Sorgente, Monsignor Proserpio Comunitaria per il Varesotto, nonché di Ubi banca, Banca d’Italia, Varese Solidale e Tigros.
Nessun assistenzialismo, ma accompagnamento di famiglie, un’azione educativa mirata per i singoli alla spesa e una sfida allo spreco da vincere collaborando con la grande distribuzione. La “povertà alimentare” è «al centro dell’impoverimento delle famiglie» ha spiegato , vicedirettore di Caritas ambrosiana. Se, infatti, bollette, mutui e rate sono spese che non si possono procrastinare, «si contraggono quelle alimentari e per la salute.
«I dati Istat segnano un incremento dal 3 al 6% di poveri dall’inizio della crisi e anche se si sono stabilizzati, Caritas sta mettendo in campo strumenti diversificati come questo per far fronte a questi nuovi bisogni». della Cooperativa Intrecci che gestirà l’emporio entra nel merito del funzionamento di questa nuova realtà.
«Sarà uno strumento a servizio dei centri di Ascolto in un’ottica di accoglienza, educazione e raggiungimento di una nuova autonomia. La tessera avrà un valore simbolico di 150 punti (con un valore commerciale del 70% in più pari a circa 250 euro), ogni prodotto dell’emporio avrà un valore in punti che andranno a scalare. La validità sarà di tre mesi con possibilità di rinnovo. In questo periodo il monitoraggio sarà costante e avremo il compito di consigliare, per esempio, una spesa diluita nel tempo e mirata ai bisogni reali». Aperto due giorni a settimana per tre ore, avrà presto anche un banco frigo e la necessità di gestire il “fresco”, in più da settembre «opereremo con le mense della città per la gestione delle eccedenze da mettere a disposizione in 24 o 48 ore al massimo. Può davvero diventare un impegno su larga scala».

Un onere che da questo punto di vista «punta allo spreco zero, per la vicinanza anche alla mensa del povero, ma anche per un raccordo importante con la grande distribuzione», come spiega don Marco Casale responsabile della Caritas decanale di Varese. Oltre ai generi alimentari non di basso profilo, tra i banchi fanno capolino prodotti per la pulizia della casa, per neonati e per l’igiene personale. I due operatori dell’emporio utilizzeranno «un software che ha diverse funzionalità– riprende Salis -. Dalla valutazione dei prodotti alla frequenza di utilizzo, insieme a una serie di dati in tempo reale e persino la possibilità di bloccare alcuni acquisti, nell’ottica di un uso congruo e legato a bisogno reali». Monsignor sottolinea quanto questa iniziativa che «sorge nei locali della parrocchia della Brunella prosegua l’eredità dei Frati che qui hanno operato per decenni con grande attenzione alla carità. È ovvio che una sola parrocchia non possa sobbarcarsi un impegno del genere, ma che sia necessario continuare a contare oltre che su sponsor, associazioni e fondazioni , sulla generosità e la partecipazione della gente che sente di voler contribuire con gesto di aiuto». Per il vicario episcopale di zona, monsignor , avere questa opportunità a Varese significa: «che si raccorda meglio la carità e la risposta che si può dare alle persone che hanno bisogno. Significa che si collabora «ciascuno fa un passo indietro per farne tutti assieme due in avanti».