Striscia accende i riflettori sul racket dei carrelli

Anche le telecamere di “Striscia la notizia” al Terminal 1 di Malpensa. Sotto i riflettori i carrelli che un cospicuo numero di clandestini e disoccupati si accaparrano per servire i passeggeri in partenza o in arrivo a Malpensa. Sperando in una bu

– Risale al mese di gennaio del 2012 un nostro reportage nel quale constatavamo di persona che bisognava mettere 2 euro nel carrello per poterlo staccare dalla fila, come al supermercato ma, pur riportandolo a posto e riagganciandolo alla colonna, il passeggero non avrebbe avuto indietro i suoi 2 euro.

Era proprio grazie a questo “escamotage” che i viaggiatori abbandonavano i carrelli in ogni angolo dell’aerostazione e uno stuolo di “attenti osservatori”, di colore ma non solo, correvano ad impossessarsi del tesoro a portata di mano che veniva riproposto al cliente successivo, evitandogli di pagare l’obolo.
Scontata, in ogni caso, la mancia che scattava da parte del viaggiatore al servitore premuroso che, nell’arco di un’intera giornata, riusciva a raggranellare una somma di tutto rispetto, tanto da avere anche dei “capi” a cui dover lasciare qualcosa.

Ora, però, prendere il carrello non ha più un costo. Sea ha deciso di non chiedere più quei 2 euro. Ma tra profughi, asilanti disoccupati e senza tetto, la routine è sempre la stessa: avere un carrello tra le mani da poter offrire al passeggero o alla famiglia che arriva alle Partenze (o agli Arrivi) di Malpensa carica di bagagli e non sta tanto a guardare dove si possa prendere un carrello, ma si affida al primo, gentile, offerente. Che a fine giornata, volente o nolente, ha le tasche piene di mance. Chissà che non sia un telegiornale satirico a riuscire laddove altri rimedi finora non hanno funzionato.