Stroncato da un infarto mentre trasporta le ceneri del papà

Pietro Oliva, 68 anni, stroncato da un malore sul Taranto-Milano

L’ultima cosa che ha stretto tra le mani è stata l’urna cineraria contenente le ceneri del padre, spirato da poco. E dietro l’angolo invece il destino era lì ad aspettare lui, Pietro Oliva, tarantino di 68 anni da una vita residente a Gallarate.

Oliva era nato proprio a Taranto, e da lì stava rientrando portando con sè le ceneri dell’amato papà, probabilmente per tumularle vicino a casa oppure, come consentito dalla legge, per conservarle proprio nella sua abitazione. Giovedì mattina ha preso il Frecciabianca delle 10.10 che, a quanto pare, durante la corsa, fermata dopo fermata ha accumulato parecchio ritardo. Il convoglio, infatti, sarebbe dovuto arrivare a Milano Centrale per le 19.25.

Il dramma si è consumato verso le 20.20, pochi minuti dopo la ripartenza del treno dalla stazione di Rimini. Oliva ha iniziato a sentirsi male, e ad accorgersene sono stati gli stessi viaggiatori seduti accanto al gallaratese: aveva come dei mancamenti, il suo aspetto era quello di una persona sofferente finchè nel giro di pochi istanti l’uomo ha perso conoscenza. Proprio dai passeggeri è scattato subito l’allarme al capotreno che ha ordinato al macchinista di fermarsi alla prima stazione disponibile, vale a dire a Faenza. Lì il treno è arrivato alle 20.40, e sulla banchina pronti a soccorrere il gallaratese era già presente il personale del 118 precedentemente allertato dal personale di bordo.

I sanitari hanno subito capito che le condizioni dell’uomo erano critiche, ragione per cui dopo i primi soccorsi l’hanno caricato in ambulanza per la corsa a sirene spiegate verso il più vicino ospedale, dove però Oliva è arrivato esanime. A stroncarlo, dalle prime informazioni, sarebbe stato un infarto.

È stato solo in quel momento, quando una volante della polizia ha raggiunto la stazione di Faenza per recuperare gli effetti personali dello sfortunato passeggero, che si sono visti consegnare dagli altri viaggiatori i bagagli dell’uomo e l’urna cineraria. Proprio agli agenti è quindi toccato il compito di avvertire i familiari di Oliva, spiegando loro il terribile destino che aveva unito papà e figlio in quell’ultimo, fatale viaggio.