Sulla Arcisate-Stabio cantieri ancora fermi

La ripresa dei lavori, stimata per metà luglio, non c’è stata. Le amministrazioni però promettono: «Vigileremo»

– L’Arcisate Stabio resta ferma. La ripresa dei lavori, stimata per questa settimana di metà luglio, non c’è stata e il subentro dei primi macchinari per la costruzione della ferrovia diventa miraggio nel deserto di cantieri.

Un ritardo prevedibile, dato dal naturale muoversi della macchina organizzativa, o causato da un ennesimo inghippo dell’incompleta della Valceresio?
Si dice che il contratto tra Rfi e il nuovo appaltatore, la Salcef spa, ancora non sia stato firmato, ma sia siglabile a giorni: da qui l’ennesima spallata al cronoprogramma dei lavori veri sulla tratta ferroviaria.

A oggi però nulla si muove: non resta che constatare l’evidenza e lo sconforto di alcuni abitanti della valle, se non la latente ansia nel vedere solo il serpeggiare degli alti fusti ormai cresciuti rigogliosi tra la terra smessa di scavare mesi fa.
Le amministrazioni provano a commentare la situazione. «Dai mezzi d’informazione elvetici sono state dette anche baggianate – commenta , sindaco di Induno Olona, in riferimento alle notizie-voci di una ripresa per il 1°

luglio dei lavori e poi di un sicuro slittamento a settembre – Ad oggi, quello che so è che i tempi da gennaio ad ora sono stati rispettati: questo anche a fronte delle informazioni ricevute da Rfi e delle indicazioni del ministero attraverso il sottosegretario. Non ho ragione per pensare in malafede e con disfattismo. Seguiamo gli eventi, con fiducia ma con occhio vigile».
Si attendono quindi i mezzi della Salcef: il nuovo costruttore dovrebbe subentrare anche nel campo base di Salini a Cantello, oggi sbarrato e abbandonato. «Pur non avendo ricevuto alcuna nota ufficiale, mi è stato detto che il contratto è stato firmato – esordisce con una notizia forte , sindaco di Arcisate – Ora non mi aspetto che domani si riprenda a scavare, come magari l’immaginario collettivo vorrebbe. Per riprendere i lavori ci vorranno sicuramente mesi, ma il problema vero è un altro».

E Pierobon entra in una seconda questione, a parer suo ancora più importante del contratto: la delibera Cipe.
«La delibera sulle terre non è stata ancora pubblicata, per cui, ad oggi, non c’è efficacia per quella decisione. Senza questa, le terre non si muovono. Rfi ha fatto quello che doveva fare, trovare una nuova ditta; ora manca questo passaggio per far partire i lavori e il collegato stoccaggio. Le rassicurazioni del ministero non mi bastano».