Sulla griglia carne e… panettoni. A Ferragosto si va di tradizione

Caldo o accompagnato da gelato, il dolce si conferma un’abitudine apprezzatissima nel Varesotto. E non solo

Il panettone? È buono tutto l’anno, ma a Ferragosto ancor di più. La radicata tradizione estiva di molte pasticcerie varesine di sfornarne nei giorni più caldi dell’anno, sta diventando sempre più un affare nazionale. Si sposta da sotto l’albero di Natale a sotto l’ombrellone la degustazione del tipico dolce natalizio per appassionati gourmet, ma anche per semplici curiosi.

Un trend confermato anche dall’autorevole parere , coordinatore corsi gourmet dell’Accademia e advisory board member, direttore responsabile de “Il Panino Italiano” dell’Accademia del Panino Italiano.

«Non è abitudine solo varesina – spiega la giornalista – ma l’idea di destagionalizzare il panettone è ormai nazionale». Una tendenza, quella di sdoganarne il consumo dal puro periodo delle feste di fine anno, che sta crescendo. «Sono diversi anni che in molti ci si dedicano. In primis i produttori, che chiaramente così non sono costretti a concentrare solo in una ristretta parte dell’anno il loro lavoro e il guadagno».

E se la produzione allunga il calendario”, la fantasia può galoppare. «Alcuni hanno iniziato a produrre anche panettone a fette, monoporzione». La dose “ad uso personale” è un’idea che non guarda alle calorie, ma ad aprire ai turisti il mercato del più celebre dolce lievitato, nato in Italia, ma diffuso nel mondo. «Soprattutto per gli stranieri che possono così assaggiarlo senza comprarne uno intero. Loison le produce. Non solo nella versione classica, ma anche con numerose varianti molto buone. Uno dei suoi classici è con il mandarino di Ciaculli. Buonissimo».

Nella città che ha dato i natali a questa specialità l’intuizione di proporla 365 giorni l’anno sta prendendo largamente piede, mostrando quanto questo impasto possa esprimere ogni giorno la propria versatilità con forme, gusti e nomi diversi.

«A Milano l’ultima fabbrica di panettoni cittadina, Vergani, ha aperto negli ultimi anni due negozi, dove mangiare il panettone tutto l’anno. A fette o intero».

Una questione d’abitudine che può cambiare. «È anche da degustare sul posto, proprio come in pasticceria. In fondo si tratta di un dolce lievitato come gli altri, e quindi l’idea di mangiarlo solo a Natale è davvero solo questione d’abitudine».

Per reinventarsi la tradizione però servono creatività e ingegno, insieme alla capacità di abbinare sapori a volte anche inaspettati. Così dietro al barbecue dell’Assunta si possono stupire amici e parenti con golosità me provate. «A Ferragosto coglierei l’occasione della presenza della griglia per farne una versione super». Pochi accorgimenti di sicuro effetto. Può essere «tagliato a fette, leggermente scaldato sulla griglia e accompagnato da gelato alla crema o agli agrumi. Oppure diventare uno spiedino fatto di cubetti di panettone alternati a cubetti di ananas e passato sulla griglia. Mi raccomando: non con la fiamma diretta, ma solo a D’obbligo chiedere al direttore responsabile de “Il Panino Italiano” una versione a tema.

«Bastano due fette di panettone farcite con frutta fresca e crema inglese, per esempio». Oppure basta rintracciare sul portale del magazine la ricetta de “Il Panettonetoast di Galileo Reposo”, che mescola “sapientemente verdura e frutta, somma consistenze e crea un equilibrio meraviglioso, al puro sapore di Natale”.

Ora non resta che contattare una pasticceria nostrana e dare fondo alla fantasia culinaria.