Tasi, salasso d’autunno Ecco le aliquote finora decise

Tasi, la nuova tassa è pronta a rovinare l’autunno delle famiglie: sarà quasi come una “mezza Imu”, ma quella odiatissima della prima versione ai tempi del governo Monti. Nella solita giungla di aliquote, un’unica certezza: c’è ancora una volta da mettere mano al portafoglio.

Anche se per il momento più di un Comune su due, in provincia di Varese, non ha ancora deciso quali saranno le aliquote della nuova Tasi, il tributo sui servizi indivisibili che insieme all’Imu e alla Tari va a formare la Iuc, l’Imposta unica comunale (più che unica, una e trina).

Ad essere colpite sono soprattutto le prime case, le stesse che nel 2012 erano state salassate con l’Imu “prima versione”, quella introdotta dal governo Monti nel pieno dell’emergenza-spread, ma che invece lo scorso anno (fatti salvo quei Comuni che avevano applicato in extremis la “mini-Imu ad inizio 2014) erano state risparmiate dal tributo immobiliare.

Quest’anno tornano a pagare anche i proprietari di prima casa, e per molti di loro c’è il rischio concreto che il conto possa essere anche più salato di quello del 2012. Tutto dipende dalle decisioni delle singole amministrazioni comunali, che hanno la facoltà di applicare la Tasi fino ad un’aliquota del 3,3 per mille e di stabilire eventuali detrazioni.

Finora, come detto, meno di un sindaco su due ha già approvato l’aliquota, stando ai dati depositati nell’archivio del dipartimento delle finanze del ministero dell’Economia.

Sono infatti solo 66 (di cui però quattro hanno approvato le aliquote «con riserva» di modificarle una volta ottenute certezze sui trasferimenti statali), su 139, i Comuni del Varesotto già in regola con le aliquote: gli altri dovranno approvarle entro il 10 settembre (per poter già far pagare il 50% del tributo entro la scadenza della prima rata, il 16 ottobre), o comunque insieme al bilancio, entro il 30 settembre.

Una mini-corsa alla definizione delle aliquote c’è già stata a fine luglio, così un primo quadro si è già delineato. L’aliquota media sulla prima casa è dell’1,68 per mille, vale a dire circa un terzo rispetto all’aliquota media con cui veniva fatta pagare la vecchia Imu (poco meno del 5). In quasi un Comune su due (32 su 66), l’aliquota è maggiore o uguale al 2 per mille, che corrisponde alla metà dell’aliquota standard della vecchia Imu sulla prima casa.

Sono soprattutto i Comuni più piccoli a tenere bassa l’aliquota, mentre in quelli medio-grandi la Tasi schizza oltre il 2 per mille. A Gallarate è il 2, a Saronno, Cassano Magnago e Castellanza il 2,5, a Malnate il 2,9, a Varese e Somma Lombardo il 3,3, che è il massimo possibile in presenza di detrazioni. Sono quattro i Comuni che hanno sfondato il tetto del 3 per mille, mentre otto sono quelli che hanno azzerato l’aliquota sull’abitazione principale.

In soli 18 Comuni su 66 sono previste detrazioni, in varie forme: spesso limitate ai figli e ai disabili a carico, in alcuni casi modulate in base alla rendita catastale dell’immobile (il caso limite è Mesenzana dove gli immobili di basso valore, con rendita inferiore ai 250 euro, sono del tutto esentati mentre gli altri pagano la Tasi all’1,9 per mille).

La tendenza prevalente è quella di far pagare la Tasi soprattutto sulle prime case, azzerandola o minimizzandola sugli altri fabbricati che pagano già l’Imu. Si contano infatti sulle dita di una mano i Comuni che hanno fissato la percentuale di Tasi sulle seconde case che spetta agli inquilini (tra il 10 e il 30% a scelta dei Comuni).

Per avere un’idea di quanto si pagherà, prendiamo il caso di Varese, raffrontando la Tasi (aliquota al 3,3 per mille con 75 euro di detrazione) con l’ex Imu sulla prima casa (aliquota al 4,5 per mille con 200 euro di detrazione).

Un appartamento con una rendita catastale da 350 euro che nel 2012 pagava in tutto 65 euro, quest’anno pagherà addirittura 119 euro, quasi il doppio rispetto alla vecchia Imu.

Se nello stesso appartamento vive una famiglia con due figli a carico, nel 2012 non pagava nulla grazie alle detrazioni, quest’anno invece dovrà pagare 19 euro di Tasi. Prendiamo poi il caso di una villetta con rendita catastale da mille euro: nel 2012 pagava 556 euro di Imu prima casa, quest’anno pagherà meno con la Tasi, 479 euro.

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