Tra canne e coca, tornano le siringhe

L’abuso di sostanze stupefacenti tra i giovani è cambiato: ora ci si “fa” con tutto quello che capita. Il SerT: «Lo sballo non è più una pratica d’èlite. Il mix di droghe e alcol è diventato devastante»

VARESE – Drogarsi senza sapere di cosa. L’abuso di sostanze stupefacenti nell’universo giovanile varesino ha anche questo trend.
La “roba” non più è l’eroina o la cocaina, non è più l’ecstasy o l’hashish: è tutte queste sostanze insieme. Anche di più. Il “tossico” non le prende una alla volta, ma una dopo l’altra, in un saliscendi di effetti che si innescano e si annullano l’uno con l’altro. È una catena incontrollabile. Lo sballo, poi il down, poi di nuovo su di giri. E alla fine della nottata (o dell’intero weekend) serve qualcosa che ristabilisca uno stato accettabile per tornare in ufficio, a scuola, in famiglia.

Per gli esperti si chiama “poliabuso”, per i pusher significa spacciare dosi diverse allo stesso cliente, per le forze dell’ordine vuol dire un mercato sempre più esteso e capillare, per i medici del Ser.T è la difficoltà di curare quattro, cinque dipendenze contemporaneamente. Una tendenza dominante, trascinata dal dilagare della coca. «I ragazzini che arrivano al Ser.t sono poli consumatori: cannabinoidi, metanfetamine, eroina fumata o oppio e cocaina. Lo “sballo” non è più una pratica d’élite».

A dirlo è chi quotidianamente ha a che fare con il fenomeno delle dipendenze. È, infatti, , referente della Cooperativa Lotta contro l’emarginazione.
La cooperativa, ormai da anni, si occupa di progetti di prevenzione all’interno della giovane movida varesina. Ma non solo, la Colce lavora in supporto del Dipartimento delle dipendenze dell’Asl, distribuendo e ritirando siringhe ai “consumatori” di sostanze stupefacenti, attraverso l’utilizzo di un camper, e tramite un punto di “drop in” e di ascolto presente in via Valder.
«Oramai le droghe sono alla portata di tutte le tasche – spiega Roberta Bettoni – I mix di droghe e alcool, poi, si stanno diffondendo tra i giovani ad un ritmo sempre più elevato. Dopo la cannabis, che rimane la sostanza stupefacente provata dall’85% dei ragazzi tra i 15 e i 25 anni, a Varese come in tutta Italia per la cocaina è una marcia trionfale». Tra gli studenti, l’ha sperimentata il 4,8 per cento. E il 2 per cento dei ragazzini sotto i 16 anni.
Dosi a prezzo di saldo, testimonial celebri, l’illusione di poter padroneggiare il consumo. Così per la polvere bianca è autentico boom. Su piste aperte appunto da testimonial d’eccezione. Come la top model Kate Moss, la «Cocaine Kate» sbattuta in prima pagina dal tabloid inglese Daily Mirror mentre sniffa nella quiete di una sala di registrazione, in attesa del fidanzato. Un colpaccio, per i quotidiani popolari. Che hanno rilanciato le solite, trite ironie sulla «polvere di stelle».

Roba vecchiotta, perché da anni la “bamba”, il “cocco”, la cocaina insomma, non è più la droga dei vip. Dal professionista cinquantenne che dà una festa e prepara per gli amici una «sala da sniffo» al quindicenne al primo incontro con la droga, la cocaina è trasversale, ubiqua, in qualche modo democratica. Anche perché, dopo la cannabis, è la sostanza più economica oggi sul mercato.
«Costa poco e ha una diffusione capillare anche in città – continua la Bettoni – Molti consumatori di cocaina diventano poi piccoli spacciatori, con il rischio che ci siano meno garanzie su come viene tagliata. Inoltre, in circolazione ci sono tanti tipi di coca: un grammo di coca di strada la si può acquistare a 30 o 40 euro. Nella migliore delle ipotesi, un grammo di cocaina scadente non procura alcuno degli effetti sperati dal consumatore».
Negli ultimi due o tre anni, però, è tornato anche l’incubo della siringa. «Abbiamo registrato un aumento di cocaina per endovena».