Trave a rischio: chiuso il palaghiaccio di Varese. Addio tradizione di Natale?

Problema strutturale in via Albani e i Killer Bees corrono ai ripari: «Già al lavoro per sistemarlo». Ingegneri e tecnici del Comune mobilitati: «Riapertura il prima possibile». Ma serve la ristrutturazione

Un problema strutturale identificato nell’impianto di via Albani potrebbe compromettere la tradizione varesina che vuole che, durante le vacanze di Natale, alla sera, si vada a pattinare sul ghiaccio.
I Varese Killer Bees, società di hockey che ha in gestione l’impianto, stanno facendo una gara contro il tempo per tentare di mettere tutto a posto e salvare le pattinate natalizie. La speranza è quella di riuscire ad aprire nel più breve tempo possibile. Ma per ora l’impianto, dal lato ghiaccio, resta chiuso.
Tutto è iniziato ieri mattina, quando gli operatori dei Killer Bees, durante il monitoraggio di routine, guardando una trave, hanno notato un segnale di spostamento.

In particolare, è stato identificato un problema all’attacco dei plinti probabilmente causato dai 40 anni che la struttura porta sulle spalle e dall’esposizione all’acqua che interessa una trave in particolare. L’ammaloramento non è visibile a occhi non esperti e interessa la base di una trave situata nella parte retrostante dell’impianto.
«Sappiamo di essere in una struttura che ha i suoi anni, quindi siamo sempre in guardia. Ieri ci siamo subito accorti che qualcosa non andava.

Non passa giorno, infatti, che non monitoriamo tutto – spiega , presidente dei Killer Bees – Non abbiamo perso tempo: abbiamo chiuso la pista di pattinaggio sul ghiaccio per sicurezza e abbiamo chiamato un nostro ingegnere che ha tutti i dati relativi alla struttura e che si è messo subito a progettare un rinforzo da applicare sulla trave ammolarata».
«Il Comune ha messo a disposizione un proprio ingegnere e i propri contatti dei fornitori di fiducia, quelli particolarmente celeri nelle risposte. Siamo in un periodo festivo, quindi il problema potrebbe essere quello di reperire i materiali. Ma noi confidiamo di riuscire a mettere a posto tutto in un paio di giorni e dare il via alla stagione natalizia sui pattini».

«La pista di pattinaggio è stata chiusa per precauzione perché la trave ha avuto un movimento – dice Cesarini – Non c’è alcun rischio per la piscina e per il corpo centrale della struttura; piscina e bar sono regolarmente aperti».
Per la città fare a meno del palaghiaccio durante le feste di Natale costituisce una perdita importante. Così come per i Killer Bees. Tanto più se si considera che lo scorso anno il pattinaggio libero aveva registrato una super affluenza che aveva riportato l’orologio indietro agli anni ’80. La media è stata tra 800 e mille ingressi al giorno, tra pomeriggio e sera.
La Killer Bees in questi due anni di gestione ha fatto i salti mortali per mettere ordine nell’impianto, sviluppando i corsi di pattinaggio e i rapporti con la Svizzera, affrontando le manutenzioni, sempre con la paura che saltasse fuori qualche problema più complicato da risolvere. La struttura, infatti, ha i suoi anni e non è nuova agli acciacchi. Un’ordinanza comunale ne impone la chiusura quando cadono più di 16 centimetri di neve, solo per fare un esempio.
Un’occasione importante, purtroppo, l’impianto l’ha già persa. Nel 2010 fu approvato dalla giunta il progetto per la realizzazione di una nuova struttura del ghiaccio su quella esistente.
Il progetto prevedeva la sistemazione della pista di pattinaggio, la realizzazione di una piscina idonea alla pallanuoto e un’area ristoro e commerciale. L’importo dei lavori si aggirava intorno ai dieci milioni di euro. Ma il bando – che prevedeva il project financing – andò deserto perché nessuno si volle accollare la spesa viste le difficoltà di rientrare nei costi con gli introiti che sarebbero derivati dalla gestione.
Che ne sarà della struttura andando avanti di questo passo? «Noi ci stiamo dando da fare e stiamo discutendo con il Comune del futuro dell’impianto come abbiamo sempre fatto – conclude Cesarini – Stiamo lavorando da un paio di anni per impostare un’idea sostenibile per noi e per le associazioni. Vediamo cosa si potrà attuare, sicuramente il tempo stringe in quanto la struttura è al limite su diversi fronti ed è importante avere davanti un orizzonte temporale in cui sia ben chiaro il giorno in cui inizieranno le ristrutturazioni».