Un miliardo meno per le famiglie Rischio usura anche in casa

Usura, rischiano anche le famiglie. In due anni, più di un miliardo di impieghi in meno in provincia di Varese.

I dati dell’Ufficio studi della Cgia di Mestre segnalano un’incidenza del rischio usura in aumento, sia tra le famiglie che le imprese.

È la diretta conseguenza del “credit crunch”, la stretta del credito che ha colpito sia le famiglie che il sistema produttivo. Tra la fine del 2011 e lo stesso periodo del 2013, «la diminuzione degli impieghi bancari è stata di quasi 100 miliardi di euro, precisamente 97,2 miliardi».

«Se le famiglie hanno subito una contrazione di 9,6 miliardi (-1,9%), le imprese hanno registrato una flessione pari a ben 87,6 miliardi di euro (-8,8%)». In provincia di Varese ad esempio in due anni gli impieghi sono diminuiti di più di un miliardo di euro, passando dai 18,6 miliardi del dicembre 2011 ai 17,4 miliardi del dicembre dello scorso anno.

A fronte però di una crescita dei depositi bancari, nello stesso periodo, da 12 miliardi a 12,3 miliardi di euro. A Varese città gli impieghi totali sono crollati di oltre il 10%: da 3,7 miliardi a 3,3 miliardi. Stessa dinamica a Busto Arsizio, dove si è passati da 2,9 a 2,6 miliardi. In controtendenza Gallarate, che registra una lieve crescita, su livelli attorno ai 2,3 miliardi di impieghi.

È questo uno dei fattori che determinano la crescita del “rischio usura”, certificato da un indice che tiene conto anche di altre varabili (sofferenze bancarie, presenza di sportelli bancari, protesti, procedure concorsuali, ecc.).

In Lombardia il rischio è “medio”, unica regione del Nord insieme al Piemonte a registrare un livello che non sia basso o medio-basso, mentre è soprattutto al Sud che il rischio si mantiene alto. Per la Cgia è «un fenomeno preoccupante, connesso alla disoccupazione».

Per il presidente dell’associazione antiracket Sos Italia Libera, il saronnese , non è altro che una conferma di quanto sostenuto da anni: «Varese non è più un’isola felice, anche i dati lo certificano – sottolinea Bocedi – Le denunce delle vittime di usura aumentano ma sono sempre molto poche rispetto alla reale diffusione del fenomeno. C’è ancora omertà e paura di esporsi. Noi offriamo assistenza legale gratuita, le forze dell’ordine fanno un lavoro encomiabile, ma è un problema culturale».

Se per le attività imprenditoriali lo Stato prevede un fondo di solidarietà che assegna mutui a tassi agevolati a chi si trova in difficoltà per problemi di usura (anche se l’iter per la distribuzione dei sostegni economici, secondo le associazioni antiracket, andrebbe snellito dal punto di vista burocratico per accelerare la tempistica di ottenimento dei fondi), le famiglie e i singoli devono rivolgersi alle Fondazioni antiusura riconosciute dal ministero dell’Interno per l’accesso ai fondi di prevenzione.

In provincia di Varese però non ci sono Fondazioni riconosciute: occorre rivolgersi alle due onlus, con sede a Milano, che operano in Lombardia.

La Fondazione San Bernardino, che opera nell’ambito della rete della Caritas Ambrosiana, ha uno sportello attivo presso il Centro di Ascolto Decanale della Caritas Varesina in piazza Canonica 10 a Varese (aperto il lunedì, martedì, mercoledì e venerdì dalle 9.30 alle 11 e dalle 15 alle 17).

La Fondazione Lombardia Antiusura, nata nel ‘97 su iniziativa della Cariplo e formata da volontari di estrazione bancaria, ha sede in piazza Cordusio a Milano nella filiale Intesa Sanpaolo (sportello aperto dal lunedì al venerdì dalle 9.30 alle 13.30).

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