Un sindaco al Quirinale «Io guardia del presidente»

Nel giorno del giuramento di Mattarella amarcord a Comerio. Silvio Aimetti nel 1992 fu “quirinalista”: «Un onore servire Scalfaro»

– Il giuramento del nuovo Capo dello Stato Sergio Mattarella avrà questa mattina uno spettatore d’eccezione e particolarmente attento nel sindaco di Comerio, che il Quirinale lo conosce bene. Non perché sia un abituale frequentatore del Colle, ma perché al tempo del servizio militare, ha montato la guardia all’ingresso del palazzo.
Nel 1992, a 26 anni, l’attuale primo cittadino, dopo aver conseguito la laurea iniziò il corso di allievi ufficiali all’Arma del Genio; il ricordo è più che mai limpido, soprattutto in questi giorni con il cambio di presidente. «Per i primi allievi del corso c’era la possibilità di diventare “quirinalisti”, ovvero militari di guardia al Quirinale – racconta Aimetti – naturalmente colsi al volo l’occasione che consideravo un grande onore».

All’epoca Capo dello Stato era Oscar Luigi Scalfaro; per gli allievi ufficiali c’era la possibilità o di prestare servizio come guardia d’onore oppure come scorta alla guardia d’onore; al futuro sindaco di Comerio, toccò il primo incarico e per due giorni, un sabato e una domenica, Aimetti soggiornò al Quirinale, coprendo la sua ora di turno in una delle due garitte destinate alle guardie all’ingresso del palazzo sede della presidenza della Repubblica.
Ma le sorprese per il giovane militare non erano ancora finite. «La domenica mattina il capitano ci chiese chi volesse leggere le letture della messa che veniva celebrata nella cappella del Quirinale – prosegue Aimetti – mi offrii io anche perché andavo abitualmente in chiesa tutte le domeniche».

Fare la guardia d’onore al Quirinale non è così semplice come può sembrare. «Ricordo la lunga preparazione, le prove fatte più volte, il protocollo formale da rispettare, il cambio della guardia con il turno precedente e successivo – rammenta il sindaco – ma anche i momenti di festa con i commilitoni quando abbiamo mangiato tutti insieme nelle cucine del Quirinale dopo il turno di guardia; per me è stato davvero un grande onore ed un ricordo della mia vita che non cancellerò

mai dalla mia mente». Il sogno di incontrare l’allora presidente Scalfaro non si è avverato. «Al Quirinale sventolano tre bandiere – prosegue Aimetti – una indica se è presente o meno nel palazzo il presidente; quando feci il mio turno, il vessillo indicava la presenza di Scalfaro che però purtroppo non passò».
Il primo cittadino comeriese anche se non più “fisicamente”, si è sempre posto a difesa del Quirinale, definendosi un “Napolitano boy” e difendendo sempre l’ex Capo dello Stato dagli attacchi subiti. «Ho anche scritto a Napolitano quando abbiamo messo la bandiera italiana al centro della rotonda di Comerio – ricorda – conservo ancora la sua affettuosa risposta; Mattarella mi sembra una persona seria e ho gradito il suo primo pensiero rivolto alle persone in difficoltà».