Un tetto per i clochard, finalmente ecco il dormitorio

Dormitorio, mancano solo gli ultimi dettagli da perfezionare. «La struttura è pronta per aprire» annuncia l’assessore ai servizi sociali Mario Cislaghi. Ma c’è chi non ha intenzione di metterci piede

– È il caso di Alessandro, il clochard che ormai da settimane staziona in via Bossi, seduto su una grata sul retro del supermercato Upim, dove esce aria calda.

Ieri, in seguito alle ripetute segnalazioni dei cittadini che lo vedevano sotto la pioggia, sono intervenuti per assisterlo prima i sanitari del 118, poi gli agenti della polizia locale. «Ma niente – spiega l’assessore – ha rifiutato di essere portato via, perché non vuole ricevere assistenza». La sera prima anche la Croce Rossa, dopo aver distribuito i pasti caldi ai senzatetto in stazione, era passato a visitarlo, portandogli un tè caldo e ripulendolo dalla sporcizia.


Originario della Brianza, ormai sono anni che Alessandro vagabonda per la città – una delle scorse estati aveva “occupato” stabilmente una panchina del viale della Gloria – senza mai aver accettato un’offerta di assistenza per potersi coricare in un posto coperto.
Anche il suo Comune di residenza in Brianza ha già più volte offerto una sistemazione, così come i familiari, ma Alessandro non accetta aiuti, e tira avanti con le elemosine, tra una fetta di pizza e un cartone di Tavernello.

«Sappiamo già che non accetterà di passare le notti nel dormitorio, come anche altri – ammette l’assessore Cislaghi – del resto non possiamo obbligarlo». La struttura, ricavata nel complesso della stazione Fs, ormai è pronta per essere messa a disposizione dei senzatetto, dopo il vertice con le associazioni di volontariato che si è tenuto lunedì in municipio.
Incassata la disponibilità di tutti i soggetti che si occupano dell’assistenza dei clochard a partire con la nuova esperienza del dormitorio, nei prossimi giorni la struttura verrà dunque aperta, offrendo finalmente ai senzatetto (una decina i posti disponibili, che rappresentano il target medio calcolato dagli assistenti sociali, anche se pare che in queste notti dalle temperature particolarmente rigide tutti abbiano trovato una sistemazione provvisoria) un tetto sotto cui dormire.
Anche se non ancora dotato di un impianto di riscaldamento, il dormitorio sarà sempre più confortevole del freddo all’esterno. n A. Ali.