Un’astronave abbandonata Biumo merita molto di più

Nel futuro dell’area Morandini potrebbe esserci anche la demolizione. Lo dice l’assessore all’Urbanistica, Fabio Binelli, che riconosce come «quell’area sia un vero fallimento. Capita, nelle città, ed è successo anche a Varese: un edificio nato per essere non banale, con un anfiteatro interno pensato come spazio di aggregazione e progettato da un artista come Marcello Morandini, che però non è mai decollato. Ora – continua Binelli – l’area è all’interno del master plan delle stazioni, che è stato recepito nel Pgt. E qui è previsto un possibile aumento volumetrico».

Non è ancora detto, quindi, ma se arrivasse un compratore in grado di convincere tutti i proprietari dell’edificio, potrebbe radere al suolo e costruire da zero, annullando uno dei fallimenti urbanistici più clamorosi della città.

Costruito alla fine degli anni ’70, negli anni ’80 lo spazio ha ospitato la stock house Uba-Uba, allora molto popolare. Dopo è arrivata la Conbipel, quindi il pub Kings Cross, che ha cercato di portare lo stile caldo e fumoso dei classici pub d’Oltremanica in un edificio dalle linee diritte e moderne.

Pochi anni fa, Conbipel ha venduto lo spazio all’angolo di via Adamoli, che ora ospita un bazar della catena cinese Tao Bao. Anche il Kings Cross, nel frattempo, ha cambiato gestione, e i proprietari, oggi, hanno gli occhi a mandorla. Stanno provando a far partire un edificio che, di fatto, è sempre stato vuoto. Ma nemmeno un paio di stagioni di concerti, organizzati con l’agenzia varesina «Madboys eventi», sono riuscite a dare la svolta definitiva.

La proprietà dell’edificio era di Ina Assitalia, e dopo il fallimento è passata ad una società controllata dal ministero dell’Economia e delle Finanze, che cerca disperatamente di vendere qualcuna delle ventitré unità immobiliari rimaste vuote da anni. Nel centro c’è l’anfiteatro di Morandini, e nel piano interrato un parcheggio mai utilizzato, che avrebbe potuto essere vitale sia per le stazioni che per il quartiere di Biumo Inferiore. Ma nessuna auto ci ha mai potuto sostare, proprio per la mancanza di un gestore.

«Sappiamo che il proprietario principale, legato al ministero, vorrebbe davvero valorizzare l’area – spiega Binelli – resta da vedere cosa pensano gli altri. Dal nostro punto di vista, come amministrazione, siamo a disposizione per discuterne. Perché quest’area così grande, in una zona così servita, è un punto importante della città. Non è decollato, e non ci spieghiamo perché».

A Binelli l’area Morandini ricorda un po’ piazza Repubblica, un altro punto della città che non ha risposto alle aspettative. «I progetti vengono fatti con le migliori intenzioni, come in questo caso, dove si è andato a scomodare un artista importante. Poi, però, qualcosa non scatta». E a Biumo non resta che aspettare. Sarà il destino (e i soldi disponibili per costruire) a decidere il futuro di quella che, nonostante le buone intenzioni, sembra un’astronave semiabbandonata, atterrata per caso nella Città Giardino.

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