Varese non è una città per “single”

Non basta lo stipendio mensile per vivere nelle città del nord, e tra queste anche Varese, a un giovane single. Per le spese vive un giovane che lavora e vive da solo a Varese può arrivare a spendere mensilmente circa 1.200 euro, di cui più della metà per l’affitto e le bollette. e cosi, per arrivare a fine mese ricorre all’aiuto di mamma e papà.

A dirlo non solo i dati della Camera di Commercio di Monza e Brianza, che mettono in luce che 2 single su 5 riescono a chiudere il bilancio di casa solo attingendo ai risparmi o indebitandosi (si scende a 1 su 5 per le famiglie), ma i giovani single stessi.

«Io guadagno poco più di mille euro al mese – spiega di 27 anni -Da un anno vivo da solo, ma ho dovuto optare per condividere l’appartamento con due coinquilini. Da solo non sarei stato in grado di far fronte a tutte le spese. Nonostante questo, tra bollette, conguagli, spese alimentari e imprevisti, a volte vado in rosso sul conto». La dura vita da single sta facendo pensare a Giulio di ritornare sui propri passi e far ritorno all’ovile per riuscire a risparmiare un piccolo gruzzoletto.

Con gli affitti che stentano ad abbassarsi e stipendi sempre più risicati e smussati, far quadrare i conti diventa veramente un’impresa da eroi. Non solo per i single, ma anche per le giovani coppie. Sono diverse anche le forme di risparmio messe in campo: sia per chi non è accoppiato che per coloro che invece lo sono, meglio tagliare sullo shopping (si ripara l’usato e non si acquista il nuovo). Massima attenzione anche a ciò che si compra per le cene in casa. I single si arrangiano con un economico ma nutriente piatto di pasta, le coppie con fettine di pollo o tacchino alla piastra e pane a fette a lunga conservazione. Tutta colpa del precariato.

«Negli ultimi due anni – spiegano e , rispettivamente di 27 e 28 anni -, i nostri stipendi sono stati ridotti, arrivando a guadagnare quasi il 40% in meno rispetto a due anni fa». Un compromesso comune a tanti giovani lavoratori. «Sostanzialmente, le nostre aziende ci hanno detto che erano costrette ad operare dei tagli sui compensi, due volte in due anni: chi voleva rimanere doveva accettare le nuove condizioni». Se i due giovani non avessero accettato, per loro si sarebbe aperto un periodo di disoccupazione. «Che fai? Non accetti dopo che in giro non fa altro che parlare di crisi?».

I due ragazzi convivono in un bilocale da gennaio del 2012. «All’inizio guadagnavamo circa 1350 euro a testa e riuscivamo a far fronte a tutte le spese, senza strafare ma ci si riusciva. Ora arriviamo tra i 1000 e i 1050, senza ferie e malattia pagate perché il nostro contratto é una sorta di vecchio co.co.co. L’affitto del bilocale è di 600 euro, spese escluse». Il vero salasso sono le bollette di luce e gas. «Ogni due mesi paghiamo altri 250 euro a testa circa di bollette.

A questi soldi aggiungi l’abbonamento del treno per andare a Milano, la spesa alimentare nella quale stiamo attentissimi ad evitare gli sprechi, il bollo e l’assicurazione dell’auto e la palestra. Soldi finiti». E le vacanze? «Quest’anno, le nostre aziende hanno chiuso per 20 giorni. Quindi non abbiamo potuto scegliere di andare o meno a lavorare. I nostri genitori ci hanno regalato 5 giorni di campeggio in Toscana. Se non avessimo avuto il loro aiuto, saremmo rimasti qui».

valeria deste

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