Varese patria dei saldi. Ma non subito

In città budget più alto di tutta la Lombardia: 194 euro contro i 175 di media. E tra i giovani 207. La partenza, però, è lenta. Rosa: «Partecipazione scarsa, colpa del Ticino e dei ribassi sottobanco»

– Partono i saldi, ma non lo shopping. Sono iniziate sotto tono le svendite di fine stagione, anche se Varese è la città della Lombardia in cui quest’anno si dovrebbe spendere di più. Secondo l’indagine “Le famiglie e le festività natalizie”, realizzata dalla Camera di Commercio di Monza e Brianza in collaborazione con DigiCamere, il budget dei lombardi dedicato agli acquisti durante i saldi, dovrebbe passare dai 137 euro dello scorso anno a 175. Vale a dire quasi 40 euro in più.

A spendere di più dovrebbero essere i giovani, con un budget di 207 euro destinati ai saldi, meno gli over 65 con 120 euro. Saranno inoltre il 48% delle famiglie lombarde ad approfittare delle occasioni. Dato che sale al 54% per quelle con un reddito medio e scende al 35% per quelle a basso reddito. E rispetto allo scorso anno dovrebbe anche aumentare leggermente la percentuale di coloro che faranno acquisti durante i saldi: a gennaio 2015 era stata pari al 46%.

Mentre l’11% delle famiglie lombarde ha già acquistato prima dei saldi. Analizzando invece il genere degli acquirenti, si scopre che saranno le donne ad acquistare di più, ma gli uomini quelli che spenderanno più soldi. Il dato più sbalorditivo è che la vera rincorsa all’affare, secondo l’indagine, sarà soprattutto a Varese dove si spenderà di più che in tutta la Lombardia: 194 euro il budget ad acquirente contro i 185 di Bergamo e 182 di Milano. La realtà però si è dimostrata molto diversa dalle previsioni. Il bilancio del primo giorno di saldi è drammatico. «C’è grande demoralizzazione tra noi commercianti – spiega di Aime – Non solo gli incassi sono stati sotto la media, ma anche la partecipazione è stata scarsissima».

Persino i negozi che di solito venivano presi d’assalto, ieri sono stati snobbati. Le ragioni di questa maxi diserzione sarebbero diverse. «Innanzitutto la concorrenza Svizzera – sottolinea Yvonne Rosa – I saldi al Fox Town sono iniziati il 27 dicembre e parte del budget destinato agli acquisti se n’è andato così». I cugini elvetici ci hanno battuto sul tempo, ma non è solo colpa loro. Le ragioni del flop del primo giorno sono da ricercare anche a casa nostra. «Mi riferisco a chi fa sconti sotto banco già da dopo le feste – precisa – La normativa è chiara al riguardo e dovrebbero esserci maggiori controlli». Il fenomeno della concorrenza sleale non è mai stato così diffuso e palesato come quest’anno. Alcuni negozianti non hanno nemmeno fatto la fatica di celare le promozioni e le hanno pubblicizzate con vistosi cartelli in vetrina.

Arrivati a questo punto la soluzione pare essere una sola. «Se deve essere una giungla, allora che liberalizzassero i saldi – ammette – La regola poi, vuole che cominci con le svendite di fine stagione il primo sabato di gennaio, che quest’anno cadeva il due. Forse le cose sarebbero andate diversamente. Farle partire di martedì non ha proprio alcun senso». La scelta del giorno infrasettimanale, e quindi lavorativo per molti, potrebbe in parte giustificare il disastro. La vera riprova sarà quindi nel fine settimana. «Speriamo che l’affluenza sia maggiore e che i saldi comincino davvero perché se qualche anno fa duravano un mese, adesso il grosso lo si fa solo nella prima settimana». E questa è partita proprio male.