Vecchia, congestionata e provinciale Sono le malattie dell’Autolaghi

Dopo l’incidente con due vittime si torna a parlare dei problemi dell’autostrada. Lo studio della Liuc di Castellanza: «Utilizzo improprio, troppi spostamenti interni»

– Allarme Autolaghi: pericolosa e ipercongestionata, soprattutto tra Gallarate e Legnano. Quasi una strada interurbana travestita da autostrada. «Occorre una seria riflessione nell’ambito dell’area vasta per limitare gli utilizzi impropri dell’asse autostradale» l’appello del sindaco di Busto Arsizio .

Dopo le ennesime croci sull’asfalto dell’autostrada A8, nel tratto in assoluto più congestionato tra Gallarate e Legnano, s’impone il dibattito sulla pericolosità e sul sovraffollamento di quella tratta. Mercoledì notte a perdere la vita sono stati una donna di 41 anni di Busto Arsizio, , e un autotrasportatore comasco, . Erano fermi sulla carreggiata per un problema all’auto della donna, quando una vettura li ha centrati in pieno.. Anche ieri, inoltre, poco dopo le 10 si è

verificato un incidente tra una moto e un’automobile all’altezza dello svincolo di Castellanza, fortunatamente senza gravi conseguenze. Il “bollettino” dei sinistri lungo l’Autolaghi preoccupa sempre più. Anche perché né la crisi degli ultimi anni né la recente apertura della tratta A di Pedemontana hanno apparentemente ridotto il sovraffollamento dell’arteria autostradale. D’altra parte il piano della mobilità di Busto e della sua area vasta, redatto nel 2006 dal Centro di ricerca sulla mobilità e sui trasporti dell’Università Liuc di Castellanza, aveva già individuato il vero problema. Ovvero gli «utilizzi impropri» di quell’arteria stradale, dovuti essenzialmente all’assenza di alternative, che generano un ipercongestionamento che risulta ingestibile. I dati estrapolati dai ricercatori della Liuc avevano suscitato molto scalpore: il 44% degli spostamenti lungo la Autolaghi tra Gallarate e Legnano risultavano essere «interni» allo stesso territorio, vale a dire con origine e destinazione all’interno della stessa area. Allora si parlava di circa 130mila spostamenti medi giornalieri su 300mila totali calcolati. I restanti erano per il 35% «attratti» (con destinazione nell’area vasta) e solo per il 22% «generati» (spostamenti da quest’area all’esterno).

«Oggi non ci sono riscontri che possano farci dire come quel quadro indicato dal piano della mobilità sia mutato in modo particolare – commenta il sindaco Farioli – pur essendoci stato un indubbio miglioramento a livello infrastrutturale, sia stradale che ferroviario, credo che nell’ambito della ridefinizione delle competenze di area vasta tra province e città metropolitana debba aprirsi una seria riflessione sul tema della mobilità». Perché è vero che Pedemontana è in fase di realizzazione, ma altre opere alternative alla A8, come il Sempione-bis o la variante della Statale 341, sono rimaste al palo. «È indispensabile un coordinamento di area vasta per limitare gli utilizzi impropri dell’Autolaghi – conviene Farioli – Come? Sviluppando per gli spostamenti interni forme più efficaci di mobilità pubblica e coordinando gli interventi infrastrutturali».