«Vietare il burqa nei luoghi pubblici»

Dalla lista “Maroni Presidente” la proposta di semplificare la legge, che impedisce di indossare capi che nascondano il viso

MILANO – E’ stato depositata oggi, lunedì 10 ottobre 2016, a Palazzo Pirelli, una proposta di legge al Parlamento per la modifica della legge Reale del 1975 in materia di «tutela dell’ordine pubblico e identificabilità delle persone». La legge prevede il divieto di utilizzare – – caschi o qualsiasi altro oggetto o indumento che impedisca il riconoscimento della persona. La proposta di legge, presentata dal Gruppo consiliare “Maroni Presidente”, propone di eliminare proprio l’inciso, che lascia indeterminata la valutazione del fattore di rischio per la sicurezza.

/>«La legge Reale del 1975 – spiega il primo firmatario – viene interpretata in modo che, ad esempio, il burqa e il niqab siano invece consentiti. Questa proposta di legge nasce con l’intento esclusivo di mettere finalmente ordine a una legge nazionale sulla sicurezza che ha avuto in questi anni scarsissima efficacia nella tutela dell’ordine pubblico. Si tratta di una modifica che, considerata la situazione socio-politica attuale, risulta essere assolutamente necessaria: sotto indumenti quali burqa, niqab e altri, potrebbe nascondersi chiunque, anche un terrorista. In questa prospettiva, il divieto non è una limitazione della libertà religiosa, bensì una tutela per la sicurezza di tutti i cittadini».
Come la Francia e il Belgio, si tratta di applicare un principio democratico per la tutela dei cittadini. «Non si tratta di provvedimenti lesivi della libertà di culto, – ha affermato il consigliere Tizzoni – ma la nostra norma italiana lascia indeterminata la valutazione e la discrezionalità del “giustificato motivo”, come recita l’inciso che si vuole eliminare, creando di fatto una zona grigia, che rende la legge debole e inefficace nella tutela dell’ordine pubblico. Noi consiglieri del gruppo “Maroni Presidente” – conclude Tizzoni – riteniamo che il divieto di indossare oggetti o indumenti che impediscano il riconoscimento della persona debba essere applicato a livello nazionale, dando così alle forze dell’ordine la possibilità di garantire maggiore sicurezza ai cittadini».