Wojtyla parla ai varesini Come il 2 novembre 1984

Uno degli avvenimenti più memorabili della storia spirituale della città di Varese rivivrà domenica 27 aprile nel borgo del Sacro Monte. Nell’atteso giorno della canonizzazione di Papa Giovanni Paolo II, i pellegrini che giungeranno alla Madonna del Monte avranno la possibilità di ascoltare l’audio originale del discorso tenuto dal Papa polacco in occasione della sua visita in provincia di Varese.

Dagli altoparlanti sistemati nei pressi dell’ingresso del Santuario, le parole di Wojtyla riporteranno i fedeli a quel lontano 2 novembre 1984, giorno rimasto impresso indelebilmente nella memoria di tutta la comunità religiosa cittadina.

è una dei testimoni di quell’evento. La presidente dell’associazione culturale Amici del Sacro Monte, promotrice dell’iniziativa in ricordo di quel momento luminoso per il borgo sacro, è fonte autentica di attimi ed emozioni vissuti allora: lei era lì, sotto la balconata del Mosè, come migliaia di altre persone.

Ricorda alla perfezione ogni fotogramma di quella giornata storica: «Quel Papa si era conquistato un legame particolare nella mia vita: nel giorno della sua elezione a pontefice, ascoltavo il suo saluto al mondo attenuando la trepidante attesa del mio primo imminente parto. È stato dunque naturale per me accogliere il Santo Padre quel giorno del 1984».

Giovanni Paolo II aveva voluto onorare la città di Varese inserendola nell’itinerario dei luoghi dove visse e operò San Carlo Borromeo, a 400 anni dalla sua morte, salendo al Monte come un pellegrino.

«Eccolo tra noi», titolavano i giornali cittadini: una folla di 60mila anime si incamminò per la via delle Cappelle, il cui transito venne consentito, per ragioni di sicurezza, solo nella mattinata. «Il Papa sarebbe arrivato all’imbrunire – racconta Ambrogina Zanzi – io partii molto presto insieme ai miei genitori, in un mattino che faceva presagire una bella giornata di cielo azzurro e sole. Ebbi la fortuna di sistemarmi proprio lungo la rampa finale dell’ultima Cappella, in posizione privilegiata per assistere all’arrivo e poi al discorso».

«Giungemmo a destinazione poco prima delle 11 e il trascorrere del tempo sino al tramonto generò stati d’animo altalenanti, tra entusiasmi, stanchezza, curiosità e sussulti. Una lunga giornata vissuta nel mezzo di uno scenario che, per lo straordinario concorso di popolo, confermava l’autentica tradizione cristiana del nostro territorio», spiega.

Infine l’arrivo del Papa. Un fremito al cuore, ma anche un naturale ritorno alla riflessione, all’interiorità. Ci sono magnifiche foto che catturano quell’attimo, preannunciato dalla carismatica voce del Santo Padre recitante il rosario sul viale sacro: il suo sguardo magnetico, la postura dritta e non fiaccata dalla salita, il passo svelto e sicuro.

«Lo seguivano a breve distanza monsignor e il cardinal . Si sistemarono sulla balconata del Mosè, poi il discorso diffuso negli altoparlanti. Amo ricordare il suo messaggio capace di smuovere le coscienze, la sua parola che si faceva eco per le montagne».

© riproduzione riservata