«Metto in musica Cinecittà e le sue storie»

L’intervista a Christian De Sica, in scena oggi e domani al Teatro di Varese

Christian De Sica porta “Cinecittà” a Varese per due serate.
Oggi e domani, alle 21, il teatro Ucc di piazza Repubblica ospita un musical in grande stile dedicato alla mecca del cinema italiano e internazionale. Una dedica d’amore, tra monologhi e canzoni, agli “italici studios” e agli indimenticabili attori che ci hanno lavorato: dalla Magnani alla Loren, da Matroianni a Anthony Quinn. Guidato dalla regia di Giampiero Solari e con le coreografie di Franco Miseria, De Sica si muove sul palco con sei splendidi ballerini.

Quello che mi è capitato di scoprire e vedere grazie alla fortuna di aver avuto un padre come il mio. Mi ha fatto conoscere personaggi incredibili, da Chaplin ad Ava Gardner. E poi io ho fatto “tutto il giro” fino a Calà e Boldi, perchè Cinecittà è lo specchio dei tempi e ha spazio per tutto.

Con papà per il film “Il generale Della Rovere”, poi ci sono tornato di nascosto con il pullman delle comparse. E poi ancora con la mia auto da attore per tanti film.

Perchè sono famosi quanto Hollywood, mentre nessuno conosce i nomi dei teatri di posa francesi o tedeschi. Mi sembrava bello fare uno spettacolo leggero sul dietro le quinte, che raccontasse aneddoti, ciò che accade tra costumisti, attori e comparse.

Ci sono momenti teneri, come l’omaggio a mamma e papà, chiusi dentro agli studi a girare “La porta del cielo”, mentre aspettavano la Liberazione.

C’è anche un’omaggio all’Alberto Sordi privato, quello che veniva a casa e che mi regalava una macchina per snellire, perchè che ero ciccione come un piccone.

Siamo stati campioni d’incassi e abbiamo vinto il Biglietto D’oro per lo scorso anno, che mi verrà dato al Festival dei due mondi. Con “Rugantino” e “Romeo e Giulietta” è stato uno degli spettacoli di maggior successo. È stato un anno pieno di soddisfazioni anche col cinema, “La scuola più bella del mondo”, e con la televisione con gli ascolti di “Tale e Quale Show”.

C’ho sette anni in più. Lo spettacolo musicale è faticoso per un uomo della mia età, ma ho detto a mia moglie “o lo faccio adesso o non lo faccio più”.

Perchè la cosa che amo di più nella vita è cantare. Essendo attore approfitto del musical per farlo. Mi piace la musica americana anni ’40, l’italiana anni ’30 e quella brasiliana.

Farei subito un film con Scorsese, ma non me lo offrono e mi tengo il cinepanettone.

Non volevo fare film di Natale per cambiare un po’. Li faccio da trent’anni. Ho detto a De Laurentis che per un’idea diversa ci sarei stato. Mi hanno anche offerto il film con Boldi, ma non ce l’avrei fatta anche perchè ci sono troppe cose, il teatro, la televisione: sarebbe stato una follia.

Andrò a Bolzano a fare un piccolo film, “Froilan” di Caterina Carone. È la storia di un’amicizia tra uomo della mia età e una donna di 45 anni. È un film poetico scritto da una donna. Anche mia moglie Silvia mi ha consigliato di farlo. E poi per me è bello far debuttare una ragazza. Il nostro è un Paese dove i giovani sono trasparenti agli occhi dei grandi. È un paese dei vecchi che non demordono, guarda me, (ride) che con veemenza restano attaccati al loro ruolo. L’America è diversa, è in mano ai trentenni, perciò se posso aiutare una persona giovane, dell’età dei miei figli, lo faccio.