Cerchi un lavoro? Inizia da un’idea

Generazione millennia - lIl Digital Do It Yourself, ovvero il “fai da te digitale”, stravolge canoni e prospettive

I ragazzi che si affacciano al mondo del lavoro di un’epoca fortemente tecnologica, come quella che stiamo vivendo, vinceranno la sfida non per ciò che sanno ma per ciò che sono.
Il tutto, detto da un docente universitario e rivolto direttamente a un ragazzo, suona anche meglio: «Metti in gioco ciò che sei e non ciò che sai».
Sono le parole che usa , professore ordinario della scuola di ingegneria industriale, direttore Lab#ID e Smart-Up, laboratorio di fabbricazione digitale presso la Liuc nonché coordinatore di DidIt, progetto europeo che mette al centro il fenomeno sociale legato all’epoca del “Digital Do It Yourself”, ovvero del “Fai da te digitale”.

Quel mondo che, dalla stampa 3D ad Arduino, ci ha resi avvezzi all’idea che il fai da te va ben al di là del bricolage e che, con la sua rapidità e fluidità, sta riscrivendo le regole del gioco per le professioni del futuro. Anche nel campo delle professioni tecniche.
Una dimostrazione? Arriva proprio dalla quarantina di ragazzi delle scuole superiori che, nei mesi scorsi, hanno frequentato le “learning weeks” presso l’ateneo di Castellanza mettendo “le

mani pasta”. Obiettivo? Smanettare tra le stampanti 3D abbandonando per un attimo le aule didattiche e le loro logiche.
«La scuola dice ai ragazzi che determinate cose devono per forza essere sapute – dice Mari – mentre qui abbiamo detto loro di mettersi alla prova e di tirare fuori la loro creatività: questo è un po’ il senso del fai da te digitale. Partire cioè dal vedere cosa si può essere in grado di fare».
I ragazzi ci hanno creduto e presenteranno i loro lavori durante il convegno in programma per il 30 maggio prossimo.
«Anche dover presentare ciò che si è fatto – dice Mari – fa parte della sfida: in un mondo dinamico e complesso quello che conta di più è proprio quello che sei e quanto riesci a tirare fuori». Così imparare l’utilizzo della tecnologia diventa solo un piccolo pezzo del proprio percorso.

«In un contesto di questo tipo – aggiunge Mari – le differenze di genere non contano e tutti possono esprimere un loro modo di tirare fuori idee e progetti». E sarà proprio questo lo scenario lavorativo in cui i giovani si troveranno a lavorare finiti gli studi, ovvero un mondo in rapida trasformazione che chiede loro idee e proposte.
Certo quando si parla di Digital Do It Yourself si è di fronte a qualcosa difficile da capire, perché va al di là di bit ed algoritmi. Il Digital Do-It-Yourself, è infatti un nuovo fenomeno socio-tecnologico che prende avvio dalla larga disponibilità di strumenti digitali che supportano la convergenza di componenti fisici (atomi) e componenti informativi (bit) e dalla crescente accessibilità di conoscenza e dati attraverso comunità aperte on line.
«Con altri atenei Europei – spiega Mari – stiamo portando avanti il progetto DIDiT che si colloca all’interno di Horizon 2020. Dobbiamo occuparci di studiare il fenomeno dal punto di vista sociale, con un orientamento che è rivolto principalmente agli esseri umani». Si tratta di fenomeni complessi per i quali il progetto si occupa anche di studiare linee guida, che possano essere prese come riferimento dai decisori.