Dietro le quinte dei video di SwapJob: «Promozione sì, ma prima c’è la qualità»

Il progetto - Ideato dai Giovani Imprenditori di Confcommercio, prevede uno scambio di ruoli e un filmato di lancio. Con qualche “trucco”

L’idea è originale di suo e il video ci mette un tocco di simpatia in più: in un epoca in cui le clip promozionali sono considerate una delle carte su cui scommettere per la promozione on line, a Varese c’è chi non solo ci ha creduto, ma ci ha sviluppato attorno un progetto. Stiamo parlando di SwapJob, il cui copyright è del gruppo Giovani Imprenditori di Confcommercio Varese.
Il progetto – la cui seconda puntata sta viaggiando su Facebook in questi giorni –

è presto detto: prevede che due colleghi commercianti si scambino i ruoli nei rispettivi negozi per vedere con gli occhi di un altro la propria attività. A fare da terzo occhio c’è la telecamera diche ci svela il dietro le quinte e qualche trucco del mestiere. Lo fa parlando da Pola 34, studio video che il professionista varesino ha aperto da una decina di anni con il socio, il fotografo.
Cosa ci vuole per arrivare a questo risultato? «A discapito di quello che spesso si sente dire – spiega Soru – dietro a un video promozionale ben fatto c’è molto lavoro e professionalità: per noi nulla è lasciato al caso, abbiamo tutte le attrezzature necessarie per realizzare prodotti di qualità: dalle luci ai cavalletti fino alla sala di registrazione per le voci fuori campo o la musica».
Siamo di fronte a una casa di produzione in “mini formato” che se la deve vedere con la concorrenza di smartphone e tablet: tecnologie alla portata di tutti. «Stiamo parlando di due cose completamente differenti – spiega Soru – Perché qui si producono video molto professionali e dietro vi è anche uno studio che riguarda contenuto e messaggio, non si tratta di girare qualche immagine con un cellulare per poi metterla su internet».
Un trucco per vedere se un video funziona veramente? Soru ci suggerisce di provare a guardarlo senza l’audio e capire così se cogliamo il messaggio o il sentimento che sta dietro. «La stessa cosa accade con un film – dice Soru – Se un film è fatto bene lo capiamo anche senza le parole». Nel caso di SwapJob si è trovato a lavorare con protagonisti che non sono attori, ma i veri commercianti che siamo abituati a vedere in negozio: come è stato lavorare con loro? «Non facile –ammette Soru – perché spesso si devono rigirare più volte le scene. Unica eccezione il bravissimo , che ha un’aria naturale e spontanea di suo». Su quali canali è meglio poi diffondere i materiali realizzati?
«Sicuramente – dice Soru – Facebook è oggi il canale che, pur a discapito della qualità delle immagini, garantisce la più ampia diffusione e viralità del video rispetto ad altri canali come lo stesso Youtube, che invece è un contenitore con tantissimi contenuti tra i quali diventa difficile orientarsi».
«Per video di una certa qualità io preferisco comunque Vimeo, che è un canale utilizzato da chi fa il mio lavoro». Una curiosità è legata poi all’uso della grafica e delle parti scritte.
«A volte, come in questo caso – spiega Soru – la parte scritta è utile per raccontare in breve l’antefatto ed entrare subito in argomento, visto che i video devono essere brevi».
Altre volte la grafica è usata per incuriosire chi magari vede il video su Facebook con l’audio spento, o in un luogo pubblico dal proprio smartphone. «Fondamentale – conclude Soru – è trovare il modo di colpire chi sta guardando e creare la curiosità di andare a rivedere il filmato».