Iva agevolata? Ecco cosa sapere

Parola all’esperto - In aumento le aperture (+13,8%) rispetto al 2015. Merito del regime di tipo forfetario

I primi mesi del 2016 hanno fatto registrare valori estremamente positivi per quanto riguarda le aperture di nuove partite Iva: secondo i dati diffusi dall’Osservatorio del Dipartimento delle Finanze, nel mese di gennaio ne sono state aperte 67.011 (+13,8% rispetto a gennaio 2015) mentre nel mese di febbraio sono state 51.141 (+18% rispetto a febbraio 2015).
L’aumento è stato determinato principalmente dalle maggiori adesioni al cosiddetto “regime agevolato forfetario”.
La legge Finanziaria per il 2016 ha infatti ampliato la platea dei soggetti che possono accedere ad un regime Iva estremamente interessante da un punto di vista fiscale ed estremamente facilitato in termini di gestione contabile ed amministrativa.

Ora tale regime è quello naturale per chiunque – lavoratore autonomo o impresa individuale – apra una nuova partita Iva; a prescindere dall’età e per un tempo potenzialmente illimitato.
È interessante da un punto di vista fiscale perché, chi può accedere a tale regime paga un’imposta sostitutiva dell’Irpef pari al 15% del reddito d’impresa o di lavoro autonomo calcolato applicando ai ricavi/compensi percepiti un coefficiente di redditività fisso per le diverse attività (vedi tabella) e scomputando da tale ammontare i contributi previdenziali obbligatori versati;

non applica Iva sulle proprie fatture e non versa Irap. L’imposta sostitutiva è inoltre ridotta al 5% per i primi 5 anni per chi inizia una nuova attività.
E’ facilitato perché chi può accedere a tale regime è esonerato dagli obblighi di registrazione delle fatture di acquisto e vendita; dalla tenuta e conservazione dei registri e dei documenti (ad eccezione per le fatture di acquisto e le bollette doganali); dalla predisposizione e trasmissione della dichiarazione e comunicazione annuale Iva.; dalla comunicazione del c.d. spesometro; dalla comunicazione black list; dalla comunicazione delle dichiarazioni d’intento ricevute.
A questo regime può accedere anche chi aveva già prima del 2016 una partita Iva, purché non abbia superato determinate soglie di fatturato nel 2015 e purché non abbia dipendenti o investimenti in beni strumentali del valore superiore a 20 mila euro.
Per esempio un imbianchino che lavora autonomamente, nel 2015 ha conseguito ricavi per 20mila euro. Non superando la soglia prevista dalla legge per il suo codice attività fissato a 25mila euro accede al nuovo regime forfetario.

Nel 2016 emetterà fatture senza maggiorare l’imponibile dell’Iva (un notevole vantaggio perché permette al cliente privato di risparmiare il costo dell’iva oppure all’imbianchino di far pagare sempre uguale ma di incassare direttamente ciò che prima doveva riversare allo Stato sotto forma di Iva) e calcolerà le imposte sul reddito semplicemente applicando la percentuale del 15% sul reddito forfetario; nel caso dell’imbianchino: reddito = totale fatturato moltiplicato per 86%.
Quindi nel caso di chi già aveva una partita Iva e può accedere a tale regime e nel caso di chi voglia iniziare una nuova attività di lavoro autonomo o imprenditoriale vi sono notevoli vantaggi.
Anche per questo chi è interessato al regime Iva forfetario è bene si rivolga ad un consulente professionista, dottore commercialista o consulente del lavoro.
E con lui potrà capire così come è meglio agire e come eventualmente integrare i versamenti contributivi per evitare brutte ed irreparabili future sorprese.