Meno costi e più servizi. La competitività decolla

Case history - Gli esempi di Carl Zeiss Vision Italia e Rancilio Group. Che non sottovalutano il capitale umano

Sulla Fabbrica 4.0 molto è già stato detto, ancora molto verrà teorizzato: ma le imprese, nel concreto, come realizzano questo concetto di fabbrica intelligente?
Nel corso degli eventi organizzati da Univa e Liuc su questi temi abbiamo scoperto che le imprese credono nelle potenzialità della fabbrica 4.0 e hanno una visione già proiettata verso il futuro.
«Fabbrica 4.0 per noi significa lavorare molto sull’innovazione del prodotto» ha spiegato Giorgio Rancilio di Rancilio Group, che produce macchine per caffè

professionali «in primis intendiamo lavorare su un’offerta che porti alla definitiva messa in connessione delle macchine per caffè che diventeranno così attive, avranno un dialogo con un controllo centralizzato».
Per Rancilio il processo di innovazione e sviluppo parte dallo studio di tecnologie «che magari sono già presenti e conosciute in altri ambiti per portarle nel nostro settore». Nel loro progetto dunque «le macchine saranno messe in rete, in modo che tutta la catena che costituisce la distribuzione e arriva a comprendere tutti gli stake holders possa avere un grado di utilità, attraverso lo scambio di informazioni che consentano di abbattere costi, offrire nuovi servizi e migliorare la posizione competitiva nel mercato».
Lo studio e l’implementazione di queste esperienze insegna molto, sottolinea Rancilio: «Abbiamo imparato che per anni il nostro sviluppo era volto alla funzione del nostro prodotto, delle nostre macchine per il caffè: volevamo ottenere il miglior risultato per far sbagliare il meno possibile il barista, per aiutarlo nel suo lavoro. E per ottenere questo risultato abbiamo sviluppato un sacco di settings, di tecnologie nuove sempre riferibili al prodotto».
Oggi, con la fabbrica intelligente, il punto di partenza è diverso: «Non serve inventare tante cose se poi l’interfaccia è critica – spiega Rancilio – oggi ad esempio stiamo sostituendo le interfacce, rendendole simili ad uno smarphone, abbattendo barriere linguistiche e di dialogo importanti». Sono dunque le informazioni il punto focale della fabbrica intelligente: «Noi cerchiamo di integrare le informazioni nei nostri processi – ha spiegato Roberto Baldan, direttore operativo di Carl Zeiss Vision Italia, che produce lenti a contatto e per occhiali – e per questo lavoriamo su più fronti, dalla materia prima con una forte integrazione coi fornitori, al cliente finale».
Avere una fabbrica 4.0 «significa dotarsi di tecnologie all’avanguardia, ma poi bisogna fare in modo che queste si parlino tra di loro: noi possiamo avere un reparto con il massimo dell’automazione, ma poi, per poter parlare di fabbrica 4.0, questo deve essere in grado di interagire in modo trasparente con i processi a monte e a valle».
Il concetto di fabbrica 4.0 è importante da assimilare, ha sottolineato Baldan «ma non bisogna mai sottovalutare il fattore umano: oltre alle macchine che dialogano tra loro dobbiamo avere persone abituate a lavorare con questi concetti. Serve un approccio step by step, capace di portare l’automazione in modo progressivo e servono persone capaci di gestire la fabbrica 4.0 al fine di valorizzarne al massimo il potenziale che di per sé è molto elevato».