Uiltrasporti: «La crisi di Malpensa è tutta colpa della politica»

MALPENSA – Un aeroporto da ritrovare e da difendere. La Uiltrasporti incalza. «Malpensa ha un doppio problema»: quello della possibile vendita di altre quote Sea osteggiata dal sindacato e quello del rilancio di uno scalo in sofferenza. «I due aspetti sono legati», commenta Luigi Tripodi della segreteria provinciale Uiltrasporti.

«Abbiamo già perso troppi posti di lavoro a causa del mancato aumento di traffico dal dehubbing ad oggi e se il nuovo socio smembrerà Sea, avremo soltanto altri disoccupati ancora».
C’è pessimismo per il 2012. «Rischiamo di vedersi allungare la lista delle situazioni aziendali negative». Nei primi tre mesi dell’anno. Malpensa ha già registrato diverse perdite: tre compagnie aeree fallite (Malev, Spanair e Cargoitalia); la chiusura dello scalo della brughiera da parte di Gulf Air,

Air Mauritius, Air Seychelles e, in cima a tutti, Lufthansa Italia». Klm Air France si sono trasferite a Linate togliendo di conseguenza lavoro alle società di handling e di catering, sempre più in difficoltà.
I passeggeri low cost aumentano, ma non è questo mercato a favorire l’occupazione dove si preparano pasti caldi da servire in volo. Lo stesso vale per il carico e scarico bagagli, servizio ridotto all’osso per le compagnie a basso costo. Così se il traffico nazionale tiene, non basta.
Tripodi mette il dito nella piaga e scuote la politica. E’ sufficiente un dato al sindacalista per gridare tutta la rabbia dei lavoratori e dei loro rappresentanti. Dal 2007, anno boom di Malpensa con ancora Alitalia presente, al 2011, sono stati persi 4milioni e mezzo di passeggeri e 77.103 movimenti aerei. Nemmeno il cargo ha un segno più: il saldo è di – 36.220 tonnellate movimentare.
«Dopo quattro anni, è stato recuperato meno della metà dei passeggeri portati via da Alitalia che erano circa 7milioni. E’ il fallimento della politica italiana. Non si continuava a dire che il 70 % dei biglietti di Alitalia veniva staccato a Malpensa?» commenta Tripodi. «Perché per Alitalia ci sono state leggi speciali, sette anni di coperture per i lavoratori e un impegno straordinario della politica? I 20.000 dipendenti della ex compagnia di bandiera, non erano molti meno dei quasi 18.000 di allora nel sedime di Malpensa. Sarebbe bastata meno della metà dell’attenzione dedicata ad Alitalia per soccorrere Malpensa. Invece la politica non ha fatto nulla».
Chiude amaramente il sindacalista: «Abbiamo perso almeno 5.000 posti di lavoro, senza considerare l’indotto. Stiamo anche perdendo la vocazione di Malpensa quale grande aeroporto internazionale».
Alessandra Pedroni

p.rossetti

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