Disoccupazione, dati choc Cgil e Univa indicano la strada

Varese – Varese maglia nera in Lombardia per il numero di disoccupati: sindacati e industriali invitano a non restare con le mani in mano e a guardare e a esplorare nuovi settori. Secondo i dati Istat il tasso di disoccupazione in provincia è salito dal 5,3% registrato nel 2010 al 7,7% toccato invece nel 2011.

«Il dato in sé ci ha stupito molto – commenta Antonio Ciraci della segreteria della Cgl di Varese – la seconda metà del 2011 è stata però particolarmente negativa per l’occupazione e ci dobbiamo preparare ad un anno forte di recessione economica. E’ difficile rimanere ottimisti ma l’inerzia è il male da evitare. Questa crisi che definisco strutturale ha colpito soprattutto il manifatturiero che per molti anni ha rappresentato una virtù per la Provincia di Varese. Oggi dobbiamo reagire e le forze sindacali vogliono essere da stimolo per la crescita del territorio».

Il sindacato ha commissionato una ricerca alle università varesine per capire quali sono le aree su cui si carattezzare in futuro il territorio: «Ci sono aziende, che seppur di nicchia stanno crescendo – spiega Ciraci che nella Cgil si occupa del mercato del lavoro – abbiamo eccellenze nell’ aeronautica e nel tessile, da sostenere. Bisogna rafforzare questa tradizione e investire in altri settori, come il turismo e il terziario, arrivare a colmare il vuoto lasciato nel manifatturiero.

Serve inoltre una politica chiara per rilanciare Malpensa». Fondamentale inoltre, aggiunge il sindacalista, puntare sulla formazione facendo incontrare domanda e offerta. Ci sono aziende che non trovano tecnici specializzati mentre la disoccupazione aumenta. Anche secondo Univa bisogna «battere strade diverse per tornare a crescere», soprattutto per contrastare la bassa partecipazione dei giovani al mercato del lavoro. «L’occupabilità dei nostri ragazzi – commenta il presidente provinciale Giovanni Brugnoli – deve essere una delle nostre priorità».

Il presidente ha citato, tra i tanti, il progetto “Giovani – What’s Next”, in svolgimento in questi giorni con l’obiettivo di inserire nel mondo del lavoro i giovani diplomati e i neolaureati: «Le aziende che hanno aderito permettendo di offrire 50 posti di stage – continua Brugnoli – lo hanno fatto tutte con l’intenzione di incrementare il proprio organico. Segno che nonostante la crisi ci sono imprese che assumono, dimostrato anche dal dato Istat del tasso di occupazione varesino che con il 64%, nonostante tutto, tiene e che rimane abbondantemente al di sopra della media nazionale (56,9%)». L’altro passo per uscire creare occupazione è far leva sull’internazionalizzazione. «Tra i tanti dati economici negativi che colpiscono il varesotto – conclude Brugnoli – spicca quel trend però positivo dell’export che nel 2011 è cresciuto del 5,9%. Di fronte allo stallo del mercato interno è lì che dobbiamo lavorare per creare ordini e dunque posti di lavoro: sullo sbarco nei mercati oltre confine a più alto tasso di crescita».
Valeria Arini

 

p.rossetti

© riproduzione riservata