Viva via Gaggio e il terzo satellite «L’importante è fare la Vas»

MALPENSA – «I momenti di festa vanno sempre bene», premette Walter Girardi portavoce del comitato Viva via Gaggio pensando al Malpensa Pary Day dell’altro ieri, 13 gennaio, «inoltre crediamo che il terzo satellite di Malpensa serva molto di più del masterplan» .
Il punto fondamentale è, «usare quello che c’è, dentro un sistema di regole», chiarisce Girardi.

Il completamento del terminal 1 di Malpensa faceva parte del pacchetto Malpensa 2000, inaugurata ad ottobre del 1998. Un’infrastruttura dunque già autorizzata, semplicemente da terminare. Da fine mese il satellite nuovo da 35mila metri quadrati sarà funzionante. Tutti i voli extra Schengen, dunque extra Unione europea, passeranno nella nuova struttura.
«La domanda è», incalza Girardi: «Funzioneranno tutti e tre i satelliti? Oppure ce ne sarà uno dei “vecchi” che resterà vuoto o a mezzo servizio?». Per il comitato nato a Lonate Pozzolo, il tema è conoscere davvero quale sopportazione abbia il territorio rispetto l’aeroporto: dunque poter contare su una valutazione ambientale strategica che indirizzi uno sviluppo tra regole e possibilità reali.

«Quale carico di inquinamento può sopportare il territorio? Quali infrastrutture possono ancora trovare posto qui?». Non certo una terza pista o poli logistici fuori dall’attuale sedime aeroportuale, secondo Viva via Gaggio.
Il cantiere già aperto di 400mila metri quadrati per il raddoppio di cargo city «basta e avanza» , annota Girardi. «Il rischio, altrimenti, è che anche i capannoni, oltre ai terminal, restino vuoti. Direi che Malpensa è già pronta così come è per la sfida con il futuro». . Già con il terzo satellite, la capacità dello scalo arriverebbe a 30milioni di passeggeri l’anno.
Alessandra Pedroni

p.rossetti

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