A lezione di “social reputation” Quando il web decide il tuo futuro

Si chiama “social reputation” ed è l’identità che ognuno di noi si costruisce attraverso l’utilizzo dei social network. Questo è uno dei temi affrontati nella prima giornata del salone dell’Orientamento post diploma, organizzato dalla rete degli Informagiovani/Informalavoro al centro congressi De Filippi.

La social reputation è da intendere come ciò che ognuno di noi dice di se stesso, sommato a quello che gli altri dicono di noi.

Ma se fino a qualche anno fa, l’identità e la reputazione cambiavano lentamente perché erano tipicamente “gestite” dal passaparola, internet ha ora aperto le porte all’accesso istantaneo ai dati e alle informazioni, cambiando le carte in gioco. La reputazione può essere creata e distrutta in giorni o, sempre più di frequente, ore. Attenzione, quindi, a non usare i “social” con leggerezza perché, quando si è in cerca di un posto di lavoro, il 40% dei selezionatori prima di fissare un colloquio “face to face”, cerca informazioni sul candidato attraverso i profili Facebook, Twitter e Linkedin.

Quindi, la piazza virtuale quando si è in cerca di lavoro può rivelarsi nemica se non si fa attenzione alla cura della privacy. 

Il controllo dell’accessibilità

«Tenendo conto del target di questo salone dell’Orientamento le nostre “istruzioni per l’uso” si concentrano principalmente su Facebook – spiega Mirko Pagani dell’Informagiovani di Somma Lombardo – I ragazzi utilizzano pochissimo Twitter e sono praticamente assenti da Linkedin». Se su Twitter ogni singolo “cinguettio” pubblicato non può essere reso privato, ma risulta visibile a chiunque, le applicazioni di Facebook permettono di controllare ciò che si vuole venga reso pubblico e ciò che, invece, deve rimanere privato.

«Pubblicare la propria fotografia in un weekend di baldoria, o le proprie posizioni politiche, potrebbe diventare sconveniente:prima di un colloquio di lavoro, molte aziende tendono a “googolizzare” il candidato e la propria adesione ai “social” è una delle prime cose che viene messa in evidenza dal motore di ricerca». 

Questo non significa che non si possa esprimere il proprio pensiero su Facebook, ma è necessario acquisire la consapevolezza che ogni informazione pubblicata, se non protetta, può essere rintracciata.

«Facebook è una vetrina molto efficace, bisogna però prestare attenzione più alla qualità che alla quantità delle informazioni messe». C’è poi la stesura del curriculum vitae. È sempre buona cosa avere un formato europeo perché molte agenzie del lavoro e molti motori di ricerca aziendali richiedono ancora questo tipo di formato. Ma è la genialità che, nella maggior parte dei casi, premia. E a spiegarlo ai 1.400 studenti presenti è stato il team delle risorse umane di Elmec Informatica Spa.

«La nuova frontiera è il video curriculum, molto utilizzato all’estero e ancora poco in Italia. Il video curriculum è una sorta di pre colloquio che dà al selezionatore un’idea iniziale del candidato». A questo va poi allegato un curriculum “tradizionale” che deve essere «sintetico, mirato e chiaro». 

A lanciare un messaggio positivo ai giovanissimi presenti al salone dell’Orientamento è stato Alessandro Ballerio di Elmec Informatica che, nel suo intervento, ha esordito dicendo: «Le aziende hanno bisogno di giovani, brillanti, creativi ma anche ricchi di idee e con esperienza. Coltivate la vostra professionalità, mettete in cascina quante più esperienze possibili, dedicatevi al volontariato, allo sport e a  piccoli lavoretti: ogni esperienza sarà un tassello fondamentale della vostra crescita e vi tornerà utile, e andrà indicata anche sul curriculum che presenterete».

© riproduzione riservata