Alitalia minaccia di lasciare Fiumicino

Il secondo incendio in poche settimane e le condizioni dello scalo romano nel mirino dell’ad Cassano: «Non può fungere da hub: cambi o ce ne andiamo». A Malpensa? Cgil: «Qui pronti anche domattina»

– Non c’è pace per lo scalo di Fiumicino, bloccato ieri per per almeno due ore a causa di un incendio doloso divampato vicino all’aeroporto.
È la seconda volta che le fiamme mettono in ginocchio l’hub di Roma: se ieri la situazione è tornata alla normalità nel giro di un tempo relativamente breve, è ancora ben vivo il segno del rogo che ha distrutto il terminal 3 due mesi e mezzo fa.
Tanto che Alitalia ha voluto quantificare i danni subiti,

lanciando un grido d’allarme che suona come una minaccia per Aeroporti di Roma, gestore dello scalo, e per lo stesso governo.
Fino ad oggi le conseguenze del rogo divampato il 7 maggio scorso all’aeroporto di Fiumicino ammontano a 80 milioni di euro, scrive Alitalia. «Se Fiumicino continuerà a puntare su compagnie low cost e servizi mediocri, Alitalia sarà costretta a spostare la sua crescita altrove», è l’aut aut dell’amministratore delegato di Alitalia Silvano Cassano.
«I problemi di Fiumicino nascono da anni e anni di investimenti e pianificazione inadeguati e sono ormai strutturali – dichiara Cassano – Auspichiamo meno attenzione alla finanza e più attenzione al mercato e alle esigenze dei passeggeri». E ancora, se mai ce ne fosse bisogno: «Il nostro è un piano di rilancio complesso, in uno dei settori a maggiore competizione in Italia e nel mondo – prosegue l’ad – L’aeroporto di Fiumicino non è ancora un’infrastruttura adeguata a fungere da hub di una compagnia con le nostre ambizioni».