Azzardo, affare che non traballa Varese scala la classifica

Far tornare i conti giocando d’azzardo: la clientela non manca e le imprese del gioco in Lombardia crescono.

Varese non fa eccezione, anzi si piazza addirittura al quarto posto nella classifica regionale delle attività con lotterie, scommesse, apparecchi che consentono vincite in denaro.

Ben 128 le attività presenti nella nostra provincia con una crescita del 45,5% in un solo anno (nel 2013 erano 88), la crescita più alta registrata in Lombardia.

Se Milano, Brescia e Bergamo sono sul podio per il maggior numero di scommesse e giochi a gettoni in vari tipi di locali e attività (prime in Italia Napoli, Roma e Milano), anche Varese ha spiccato il volo, con un sempre maggior numero di imprese e unità locali attive nel settore gioco e i varesotti vittime dell’azzardo.

Il dato emerge da un’elaborazione della Camera di commercio di Milano su dati del registro imprese 2012 e 2013, relativi alle sedi di impresa e alle localizzazioni attive specializzate nel gioco (attività esclusiva o principale). Nella Penisola sono 11mila le imprese del gioco, con una crescita del 17,1% in un anno.

Prima, appunto, Napoli che ne conta quasi mille (+15,8%); seguono Roma con 871 (+9,1%) e Milano con 544 (+4,4%).

Tra le prime dieci province c’è Caserta con un aumento del +35,5%, ma Varese non è da meno data la crescita del +45,5% , dato che sarebbe pure sottostimato poiché non tutti i bar con slot machine o altri macchinari per le vincite in denaro, sono stati conteggiati nell’analisi dell’ente camerale milanese.

Nell’ultimo anno, in Lombardia, le imprese specializzate che, tra sedi ed unità locali, si dedicano al settore sono aumentate dell’11,4% passando da 1.342 a 1.495. Crescono soprattutto la gestione di apparecchiature a moneta o a gettone (+53,5%) e le ricevitorie del lotto (+9%).

Ed è lombarda circa un’impresa del settore su sette in Italia (13,7%). Tra le province, Milano è prima con 544 attività, il 36,4% del totale regionale (+4,4% in un anno), seguita da Brescia (181, 12,1% del totale, +11,7% in un anno e Bergamo (166, 11,1%, +17,7%). Quarta incalza Varese che, pur non avendo più case da gioco, non resta indietro per quanto riguarda ricevitorie del lotto, superenalotto, totocalcio (se ne contano 69, trenta in più dell’anno scorso).

Ma anche sale giochi, sale di video lottery terminal per la raccolta di giochi pubblici a distanza, esercizi pubblici con apparecchiature elettroniche da intrattenimento, videogiochi, apparecchi e congegni automatici, semiautomatici ed elettronici, slot machine e altri apparecchi da gioco a moneta con vincite in denaro (26 le attività in provincia, undici in più dell’anno scorso) e altre attività connesse con le lotterie e le scommesse come le sale scommesse ippiche o sportive e le sale bingo (sono 33, una in più rispetto al 2013).

In totale, la variazione sulla provincia di Varese conta +40 attività dal 2013 all’anno in corso con un segno meno (-2) soltanto nelle case da gioco. Non ci sarebbe, insomma, da stare tranquilli per una popolazione che sembra basare la propria economia sul mordi e fuggi del gioco d’azzardo,quando le cose si mettono al meglio e la vincita riesce.

Viceversa è la patologia ad avere la meglio con il rischio che la cosiddetta economia familiare crolli come un castello di sabbia sotto il peso di scommesse e giochi a gettoni.

© riproduzione riservata