Batosta Airport Handling Il cielo d’Europa resta nero

Airport Handling, a rischio tutta l’impalcatura della newco di servizi aeroportuali a terra per Malpensa e Linate.

La commissione europea ha aperto un’indagine su aiuti di Stato alla non ancora attiva nuova società di handling che avrebbe dovuto aprire i battenti lo scorso 1 luglio. Tutto farebbe pensare a una newco che succede alla precedente, ossia a Sea Handling, secondo Bruxelles: dall’ampiezza delle attività trasferite, all’identità degli azionisti.

In primis, sul tavolo, c’è l’iniezione di capitale di 25 milioni di euro da parte di Sea spa, l’operatore pubblico amministrato dal Comune di Milano per la quota di maggioranza e dal fondo F2i che gestisce i due scali aeroportuali. L’Ue vuole capire se il capitale sociale per l’avvio di Airport Handling sia in linea con le norme sugli aiuti di Stato.

E dunque vuole essere certa che l’Italia non stia facendo la furba cercando di aggirare la sanzione già comminata dalla Commissione europea a Sea Handling nel 2012 per le ricapitalizzazioni a suo favore fatte dalla casa madre Sea spa. Bruxelles esaminerà se i 25 milioni di euro del capitale sociale della newco non “ingannino” la stessa decisione della Commissione che richiedeva di rimborsare gli aiuti di Stato illegali che Sea Spa aveva dato alla sua Sea Handling. Chiaro il timore dell’Europa: la creazione della nuova società di handling non deve avvenire per evitare di ripagare gli aiuti di Stato.

La cessazione di attività di Sea Handling e la discontinuità con la newco Airport Handling avrebbe eliminato la pesante sanzione europea da 360 milioni di euro, già diventati 456 con gli interessi maturati, ai danni di SeaH. Inevitabile la chiusura della società, altrimenti data per fallita insieme al pagamento della multa. Ma ora la Commissione europea torna a volerci vedere ben chiaro.

Stando alle autorità italiane, non c’è continuità economica tra Sea Handling, chiusa, almeno sulla carta, a giugno 2014 e Airport Handling, non ancora però aperta. Se sia il mancato avvio della newco ad aver rimesso in moto la Commissione europea non è ancora chiaro. I sindacati autonomi che hanno rigettato le aperture di Sea sulle condizioni di assunzione del nuovo personale in Airport Handling non si sentono colpevoli del ritardo: «Sea ci aveva garantito che la nuova società e il relativo capitale sociale per l’avvio di Airport Handlling erano in sintonia con le prese di posizione del Governo e le decisioni della Commissione europea. Evidentemente non era così», dichiara Renzo Canavesi (Cub Trasporti).

Resta intanto una tegola pesantissima sui 2.214 dipendenti di Sea Handling. Il rischio di un castello che potrebbe frantumarsi è drammaticamente reale. E chissà se il Governo possa essere in grado di metterci una pezza.

Per la Commissione europea «l’ampiezza delle attività trasferite, il prezzo degli asset, l’identità degli azionisti, la tempistica e la logica economica dell’operazione sembrano indicare che Airport Handling è di fatto successore di Sea Handling». Ma gli Stati membri non possono aggirare gli ordini della Commissione di restituire gli aiuti di Stato. In base alle regole, gli aiuti dati a una società devono essere recuperati dal suo successore. E deve esserci “genuina discontinuità economica tra le due società”.

Non solo. C’è pure il capitolo delle condizioni di mercato per l’iniezione di capitale alla newco. Bruxelles intende, infatti, valutare se tali condizioni siano state rispettate.

© riproduzione riservata