Caccin, artigiano del ferro Il fabbro crea opere d’arte

Artigiano del ferro, artista, progettista. Roberto Caccin, alla guida di Metalca, con sede in via Giusti a Somma Lombardo, è questo e tanto altro. Chiamarlo fabbro sarebbe riduttivo, perché i suoi origami di lamiera e le sue sculture armoniose non si possono definire in modo tanto semplice.

Caccin nasce come scenografo, ha lavorato sui set televisivi di Canale5 e della Televisione della Svizzera Italiana, al Piccolo Teatro di Milano e alle terme di Caracalla. Il punto d’incontro tra l’artigiano e l’artista si traduce in un concetto chiaro: «La volontà di trasformare una carpenteria della tradizione in carpenteria creativa».

Caccin, che gli amici definiscono “il maledetto” perché sempre in movimento, disegna, pensa, realizza e sogna. «E con un pizzico di creatività trasformo un cancello in opera d’arte». È un artigianato d’autore quello del sommese, che si avvale di tre collaboratori e afferma: «Il lavoro serve per vivere e non ho mai preteso altro. In oltre 25 anni ho risparmiato abbastanza e ora mi permetto di lavorare anche solo per il fatto di sentirmi appagato. Senza alcuna remunerazione, perché la filosofia artistica deve rientrare appieno in ciò che si fa nel quotidiano».

Quindi «il lavoro deve essere sempre più qualitativo: me lo sono imposto. A interessarmi da vicino è la crescita». Caccin ha collaborato con il Politecnico (un progetto dell’Associazione Artigiani di Varese), collabora con istituti scolastici e ha presentato l’Italia di Vitruvio alle Ville Ponti in occasione di Art-Art celebrando il 150° anniversario dell’Unita d’Italia. Tra lavori importanti e il grande apprezzamento per Maestri Artgiani (progetto sempre ideato dall’Associazione Artigiani),Caccin si sofferma sulla crisi: «Non l’ho subita – dice – in questi anni dobbiamo essere consapevoli di dover dare una mano. L’eccellenza deve essere riconosciuta e la proprietà intellettuale alla base del lavoro del singolo difesa». Infine un postulato: «L’innovazione non si ottiene dal costo più basso, ma dal mettere la tua arte al servizio dell’industria».

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