Ecco a cosa servono gli 80 euro di Renzi A Varese abbiamo pagato tasse e bollette

Un’indagine della “Camera” delinea un quadro positivo: sempre più famiglie in pari. Ma ai consumatori i conti non tornano. Mentasti: «Ottimismo? Neanche per sogno»

– Quasi quattro famiglie su cinque hanno chiuso il 2014 con il proprio bilancio in pareggio (57%) o sono riuscite a risparmiare (20%). Chi ha dovuto far quadrare i conti, ha attinto dai propri risparmi (19% contro il 25% dello scorso anno) o si è indebitato (4%).
Eppure qualcosa è cambiato: rispetto al 2013 sono cresciute le famiglie lombarde che sono riuscite a coprire le spese correnti senza difficoltà (passando dal 58% al 64%) e a risparmiare durante l’anno (dal 18% al 20%).

In particolare, più del 90% dei lombardi che ha ricevuto il bonus di 80 euro in busta paga lo ha utilizzato per pagare le spese correnti, l’89% a Varese e provincia.
È questa la fotografia della Camera di Commercio di Monza e Brianza emersa dall’indagine “Famiglie e fiducia. Monza e Brianza, Lombardia”, realizzata in collaborazione con DigiCamere. Ma in quel di Varese i conti non tornano.
Se, infatti, anche nella nostra provincia chi ha ricevuto gli 80 euro del governo Renzi in busta paga li ha utilizzati per le spese correnti e non per acquisti extra,

utili a dare una mano all’economia, ci sono ancora moltissime famiglie che faticano ad arrivare a fine mese e, molto spesso, non ce la fanno proprio.
Nell’indagine della Camera di Commercio di Monza e Brianza il bilancio delle famiglie varesine è risultato per il 57% in pareggio, mentre il 19% ha prelevato dai propri risparmi, il 17% è riuscito a mettere via qualcosa e il 6% ha fatto debiti.
Il 62%, sempre secondo lo studio, non ha avuto difficoltà a coprire le spese correnti mensili mentre il 27% è in sofferenza già da due anni (per il 10% il 2014 è stato, invece, il primo anno di difficoltà).
Una situazione che potrebbe indurre un certo ottimismo? «Niente affatto», secondo Adiconsum.

«Notiamo un notevole aumento delle famiglie in difficoltà», dichiara , referente di Adiconsum Varese, associazione di consumatori con oltre 122mila associati sul territorio nazionale costituita nel 1987 su iniziativa della Cisl ma che opera in piena autonomia dalle imprese, dai partiti, dal Governo e dallo stesso sindacato.
Con la fine del mese saranno elaborati i dati dell’anno che si è appena chiuso, ma già ora Marisa Mentasti asserisce: «Dal 2009 ad oggi c’è stato un aumento assoluto del sovraindebitamento con un accesso importante alla fonti di credito per vari motivi, dall’acquisto dell’auto, al semplice tirare avanti quotidiano».
Le fasce di popolazione soggette a ticket «hanno diminuito le visite mediche, meno persone sono andate dal dentista pur avendone bisogno e le difficoltà nel coprire le spese mensili sono state evidenti». Numerosi, riporta Mentasti, «i distacchi delle utenze per morosità e l’incremento, da parte nostra, dell’assistenza al credito». In un anno, allo sportello Adiconsum di Varese, si sono contate circa «900 pratiche aperte per assistenza al credito» ma poi ci sono «quelle situazioni per le quali non si può neanche aprire una pratica e l’unica via è la richiesta di aiuto alla Caritas».
La situazione «non è affatto tranquilla» neanche secondo di Federconsumatori: «I consumi non riprenderanno se non si danno soldi a tutte le famiglie. Non c’è alcun segnale di ripresa dei consumi e dell’economia. Le persone spendono molto meno per poter stare dentro i loro bilanci, hanno già tagliato anche sui generi alimentari. Serve lavoro perché ci sia benessere ma le richieste di occupazione scarseggiano».
Quel 62% di varesotti che non avrebbero difficoltà a coprire le spese correnti mensili come indicato dall’indagine dell’ente camerale di Monza e Brianza e DigiCamere, non convince le associazioni di consumatori di Varese.
In ogni caso, «sarebbe un segnale positivo ma non sufficiente alla ripresa economica», chiude De Lorenzo.