Expo? Non finisce. Poretti se lo porta in fabbrica a Induno

Grande successo per il Birrificio all’esposizione: «Ottimi benefici commerciali, andiamo avanti»

Il Birrificio Angelo Poretti è un patrimonio culturale della provincia di Varese. E la vetrina di Expo lo sta valorizzando: «Per noi Expo continua: lo porteremo nella nostra fabbrica di Induno Olona». A rivelarlo è , custode&operations director di Carlsberg Italia e responsabile del progetto Expo, che ha portato la birra “made in Varese”, birra ufficiale del Padiglione Italia, all’incrocio del Cardo e del Decumano con lo stand aziendale. Ieri la manager è stata ospite all’Archivio

di Stato di Varese per le “Giornate Europee del Patrimonio”, che hanno celebrato «uno dei gioielli da valorizzare nella realtà della provincia di Varese», come ha ricordato , responsabile della struttura di via Col di Lana, che fa capo al ministero dei beni culturali. «È proprio spulciando nei nostri archivi che abbiamo trovato la chiave per tornare in Expo vincendo contro il nostro miglior concorrente il bando di Padiglione Italia – spiega Antonella Reggiori – in primo piano c’era la foto del nostro fondatore Angelo Poretti che volle prendere parte all’Expo di Milano del 1881 con uno stand che chiamò “chalet”. La nostra storia, visto che ancora oggi produciamo birra come faceva Angelo Poretti, e il nostro Dna allenato all’innovazione, con la rivoluzione della spillatura nei fusti in Pet avviata nello stabilimento di Induno, sono stati decisivi». E il bilancio della partecipazione ad Expo, a poco più di un mese dalla chiusura dell’evento, «è estremamente positivo», come ci rivela Antonella Reggiori. «L’avvicinamento è stato complesso, la macchina di Expo è stata difficile da avviare, e la manifestazione è partita un po’ in sordina. Ma tra agosto e settembre c’è stato un grande successo di afflussi. E noi siamo molto soddisfatti: Expo è una vetrina mondiale, e si ha la sensazione di essere al centro della scena internazionale».

Lo stand Poretti, che si affaccia su piazza Italia, gode anche di una «posizione superstrategica», ma soprattutto, come spiega la manager varesina di Carlsberg Italia, «ci fa vivere l’apprezzamento dei visitatori a tutto il nostro assortimento. La qualità dei contatti è stata molto alta, non solo come consumatori ma anche come stakeholder: l’occasione giusta di una grande vetrina per lanciare l’innovazione tecnologica ed ecosostenibile dei fusti in Pet». Una vetrina che ha portato «riflessi commerciali importanti, soprattutto sul mercato esterno», come fa sapere Reggiori. D’altra parte il Birrificio Angelo Poretti ci ha messo la faccia per fare bella figura in Expo: «È la nostra vetrina aziendale – racconta la customer&operations director – siamo là tutto il giorno, con il nostro amministratore delegato e i nostri dipendenti come primi ambasciatori del nostro marchio. Siamo noi che raccontiamo la nostra storia, ne siamo molto orgogliosi. Abbiamo deciso di esserci in prima persona per accogliere il nostro consumatore: non ci interessa la massa, ma la qualità di ogni singolo contatto». Ecco perché lo slancio dell’esperienza in Expo è destinato a continuare anche dopo il 31 ottobre: «Vogliamo che l’Expo continui ad Induno – annuncia Antonella Reggiori – già nello stand non abbiamo fatto altro che copiare quello che c’è a Induno, riprendendo dettagli dello stand del 1881, recuperati dagli archivi storici, ma anche ad esempio la cancellata con il merletto che riprende la fabbrica di Induno».

Così dopo Expo il grande complesso liberty verrà sempre più valorizzato, come luogo attrattivo e simbolo dell’identità aziendale. «Il nostro Ad vuole portare la gente nel Birrificio, in base al motto che “chi entra visitatore, esce consumatore”. Ecco perché abbiamo restaurato la “Villa” dove c’è un punto di degustazione e abbiamo delineato un percorso di visita, prenotabile il mercoledì, con le linee funzionanti, e il sabato».